Licei con le stellette, il prestigio
e una seria formazione

di Carlo Mercuri, Il Messaggero 2.6.2009

ROMA (2 giugno) - «A mio figlio farei frequentare una scuola così». Il sasso nello stagno l’ha lanciato il ministro La Russa in persona. «Ho chiesto di esaminare la possibilità per il “Teuliè” di Milano - ha detto qualche giorno fa il ministro della Difesa - di prevedere accanto alla frequenza gratuita dei convittori il pagamento di una retta per gli allievi “esterni”, che non dormirebbero nell’Istituto». Il concetto, ribadito nell’intervista che compare nella prima pagina di questo stesso inserto, è di assoluta novità; significa, da parte del ministro, la volontà di aprire ai “civili” quel mondo che finora è rimasto rigorosamente chiuso, dedicato: il mondo delle scuole militari. Le scuole militari, in Italia, sono quattro.

Si va dalla antica e prestigiosissima “Nunziatella” di Napoli al “Morosini” di Venezia, passando per la “Teuliè” di Milano e l’ultima nata, la “Douhet” di Firenze. Hanno l’ordinamento scolastico del liceo, classico o scientifico, e sono naturalmente caratterizzate da una iniezione massiccia di istruzione militare, sia sotto il profilo culturale che sotto il profilo dell’educazione fisica e della disciplina. Tutti e quattro gli Istituti godono di grandissima considerazione. Tant’è che, ogni anno, c’è un numero soverchiante di ragazzi che fa domanda di iscrizione.

Il prestigio dell’Istituzione viene reso anche dai nomi poi divenuti celebri di molti ragazzi che hanno frequentato queste scuole. E non si tratta solo dei vertici dell’amministrazione militare: una buona parte dei frequentatori dei corsi, finita la scuola, torna alla società civile e si prepara a carriere di eccellenza. Hanno fatto così, per esempio, l’ex ministro Arturo Parisi e l’ex presidente della Corte costituzionale Ettore Gallo. Ma ce ne sono molti altri, tra deputati, manager e grands commis dello Stato. L’ingegner Alessandro Ortis è un ex allievo della “Nunziatella”: oggi è il presidente dell’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas. «Il valore della “Nunziatella” - spiega - si può condensare nei suoi due motti più significativi. Il primo, “Preparo alla vita e alle armi”, fa sentire gli ex allievi sempre legati alla scuola da un significativo debito di gratitudine. Il secondo motto, “Essere più che sembrare”, è invece quello impegnativo per allievi ed ex allievi: una sfida permanente, un obiettivo forse irraggiungibile ma a cui si è sempre spronati a tendere».

Un altro ex allievo della “Nunziatella”, l’ingegner Rosario Amodeo (vice presidente esecutivo del Gruppo Engineering, azienda numero uno dell’informatica italiana, con 6.800 dipendenti e 740 milioni di ricavi) invece mostra di non credere tanto alla dottrina larussiana della commistione tra militare e civile: «Non serve a niente - dice - mandare dei ragazzi “esterni” nelle scuole militari. Infatti lì dentro il legame tra giovani si salda per il fatto di mangiare insieme, di studiare insieme, di dormire insieme. Così si crea l’affiatamento. Anche nei momenti di sconforto che, specialmente nei primi tempi dei corsi, sono frequenti».

L’ingegner Amodeo si iscrisse alla “Nunziatella” ma aveva già chiaro, racconta, che non sarebbe divenuto un ufficiale. «No, non avevo un’attitudine militare spiccata», dice. Scelse perciò di fare l’Università a Firenze. Oggi rivela, tuttavia, che il primo giorno da matricola nell’ateneo toscano lo visse con uno stato d’animo particolare: «Sì - dice - Non è bello dirlo, ma mi sentivo superiore a tutti i miei nuovi colleghi. Già, io provenivo dalla “Nunziatella”. Ero inorgoglito».