Licenza media, contro il rischio
bocciatura spunta il "sei rosso"

Professori pronti ad adottare l'escamotage per salvare almeno 300.000 alunni

 La Stampa 5.6.2009

ROMA
La decisione del ministero dell’Istruzione di premiare la meritocrazia e punire chi si impegna poco non risparmia le scuole medie inferiori. A doversi preoccupare delle nuove regole saranno in particolare 300.000 dei 560.000 candidati all’esame di licenza media: i criteri di accesso e le modalità delle prove, infatti, da poco più di una formalità, con ammissioni e promozioni di massa, potrebbero trasformarsi per la prima volta in una selezione con un numero di esclusi a due cifre.

A salvare una buona parte degli alunni a rischio bocciatura potrebbe allora essere l’assegnazione del “sei rosso”, una sorta di sei politico, che i docenti più indulgenti e comprensivi stanno seriamente pensando di adottare. Una soluzione, quella del “sei rosso”, che potrebbe trasformarsi in una sorta di paracadute anche per i due anni iniziali delle scuole medie. Sulla base dei giudizi di metà anno, complessivamente, in linea teorica rischiano infatti di essere respinti addirittura 800.000 alunni (lo scorso anno furono appena 60.000) su un totale di circa un milione e 600 mila.

Quelli che più dovranno preoccuparsi sono tuttavia i candidati agli esami di terza media: resi decisamente più “ostici” che in passato con l’approvazione della legge 169/2008, in base alla quale per essere ammessi alle prove finale gli alunni dovranno obbligatoriamente conseguire nello scrutinio finale la sufficienza (almeno sei decimi) in ogni materia.

E la stessa cosa varrà anche per il comportamento: con il cinque in condotta, derivante da una serie di gravi azioni comportamentali perdurate per l’intero anno scolastico, scatterà automaticamente la bocciatura. Su questo punto la legge 169 non lascia spazio a dubbi: «la votazione sul comportamento degli studenti - si legge nel comma 3 dell’art. 2 dal titolo “Valutazione del comportamento degli studenti” - attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso o all’esame conclusivo del ciclo».

Ma se l’insufficienza in condotta si concretizzerà solo in rare occasioni, lo stesso non si può certo dire per le discipline: degli oltre 560.000 frequentanti la terza media circa la metà ha fatto registrare a metà anno scolastico almeno un’insufficienza.

Ammesso che (ad essere ottimisti) anche l’80% riesca a recuperare, i bocciati sarebbero comunque circa 60.000: il triplo dell’anno passato. Cui andrebbero aggiunti anche coloro che pur se ammessi verrebbero comunque fermati per non essere stati in grado di superare delle prove rese dal Miur sempre più difficili.

Per evitare una “strage” di non ammessi all’esame di licenza media, provocando anche un poco gestibile alto numero di ripetenti delle classi terze, da qualche settimana presidi e docenti stanno così valutando l’opportunità di adottare l’escamotage del “sei rosso”. Il consiglio di classe, in pratica, soprattutto quando ravvisi una sola insufficienza potrebbe deliberare, anche a maggioranza, di promuovere comunque l’alunno.

Un’operazione resa possibile attraverso la trascrizione, sulla pagella, di una nota di accompagnamento nella quale si sottolinei la permanenza di determinate lacune (in genere solo in una materia). La possibilità di adottare il cosiddetto “sei rosso” potrebbe rappresenterebbe, anche se per alcuni addetti ai lavori un po’ forzatamente, un’applicazione del Regolamento sull’autonomia degli istituti.

«Nell’esercizio dell’autonomia didattica - spiega il Regolamento sull’autonomia in vigore - le istituzioni scolastiche individuano le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale». Fatto sta che ad oggi, a pochi giorni, potremmo dire ore, dagli scrutini sono queste le “voci” prevalenti che, in assenza di precise indicazioni del Miur, giungono dalle scuole.

L’ammissione, in ogni caso, non comporterà più come avveniva in passato la quasi automatica assegnazione del titolo di studio. A complicare le cose è stato lo schema di regolamento approvato in via definitiva dal Cdm la scorsa settimana (il 28 maggio): i giudizi di ammissione cosiddetti “articolati” verranno sostituiti con la valutazione, decisamente più rigida e meno opinabile, in numeri su scala 10. Solamente per l’insegnamento della religione cattolica si continuerà a chiedere il giudizio sintetico.

Ma sono diverse le novità che verranno attuate già dai prossimi giorni. Prima di tutto gli alunni ammessi agli esami riceveranno un voto, sempre in decimi. Inoltre, al colloquio finale e alle tre prove scritte tradizionali, se ne aggiungerà una quarta opzionale (solo in presenza tra le discipline affrontate della seconda lingua comunitaria).

Ma soprattutto avrà un peso nel giudizio finale la prova nazionale preparata dall’Invalsi: viale Trastevere ha annunciato che la verifica si svolgerà il 18 giugno in contemporanea in tutte le classi italiane impegnate nell’esame di scuola medie inferiori. Ma anche che, a differenza dello scorso anno, che la prova Invalsi concorrerà nella determinazione del voto: anche se sarà ciascuna commissione a determinarne il “peso”.

Al termine dello prove ogni studente si vedrà così assegnare una votazione finale, frutto non dalla mera somma dei voti riportati, ma da «una certificazione analitica dei traguardi di competenza» che ogni consiglio di classe formulerà assieme al «livello globale di maturazione raggiunto»: un freddo giudizio finale, espresso in decimi come l’ammissione, che potrebbe incrementare, anche di molto, la quota del 2% di bocciati degli ultimi anni.