Gelmini: ''I dati Ocse sostengono
la politica della valutazione e del merito''

da Tuttoscuola, 17 giugno 2009

Questa mattina il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha presentato il rapporto dell'Ocse, da cui risulta che i risultati medi degli studenti italiani sono tra i più scarsi tra quelli delle aree monitorate, nonostante la spesa docente/studente sia la più elevata.

Si tratta di una bocciatura senza mezzi termini quella che emerge dall'indagine, che sottolinea le carenze del sistema scolastico italiano: "Il costo più elevato dell'istruzione italiana è ampiamente dovuto al rapporto insegnante per studente, che è del 50% più alto (9,6 insegnanti ogni 100 studenti in Italia, rispetto a 6,5 insegnanti nell'area Ocse)".

A determinare i scarsi risultati in termini di qualità e apprendimento, rileva l'Ocse, sarebbe anche il sistema di reclutamento e valutazione degli insegnanti che sono scarsamente motivati. Il rapporto invita quindi l'Italia "a dare maggiore autonomia di gestione delle scuole ai dirgenti scolastici, anche nella selezione, valutazione e nello sviluppo di carriera degli insegnanti", e a legare gli aumenti di stipendi "a buone prestazioni, piuttosto che aumentare gli stipendi a tutti gli insegnanti incondizionatamente in base agli scatti di anzianità".

Da questo punto di vista l'invito dell'Ocse è quello di contenere la spesa aumentando il numero degli studenti per classe, raggruppando piccoli istituti e riducendo le ore di insegnamento non obbligatorie.

Il ministro ha commentato i dati e le indicazioni dell'Ocse come un sostegno alla politica da lei intrapresa e come una bocciatura di molte delle istanze provenienti dai sindacati e dalla sinistra: "Molte delle osservazioni poste dai sindacati e dalla sinistra vengono smentite clamorosamente dall'indagine dell'Ocse che dimostra, come abbiamo sempre sostenuto, che la qualità della scuola non si migliora aumentando le risorse".

La Gelmini ha quindi concluso che "la valutazione e il merito devono entrare nella riforma; serve una riforma del reclutamento e della valutazione e non ci si deve dividere sulla quantità delle risorse e sul numero degli insegnanti".