Per costruire un test standardizzato «valido» ci vogliono «tempi lunghissimi».
 Il pedagogista Benedetto Vertecchi mette in guardia
da soluzioni improvvisate per cambiare la maturità

Vertecchi:
«No a soluzioni improvvisate, serve un piano»

G.A. Il Messaggero 29.6.2009

Per costruire un test standardizzato «valido» ci vogliono «tempi lunghissimi». Il pedagogista Benedetto Vertecchi mette in guardia da soluzioni improvvisate per cambiare la maturità. «Se il ministro Gelmini - spiega - vuole davvero introdurre questa novità allora ci vuole subito un piano di sviluppo delle ricerca valutativa». Insomma servono soldi e risorse umane per produrre test «credibili» e «confrontabili con quelli di altri Paesi».
 

Professore, parliamo chiaro, quanto ci vuole per compiere un'operazione di questo tipo?

«I tempi sono lunghi ecco perché mi fido poco di chi pensa che si possano trovare soluzioni rapide, è da incompetenti. Ma questo è un male diffuso nel nostro paese. Una prova di valutazione del genere richiede un apparato di persone preparate che la predisponga, serve prima una lunga attività di ricerca. Bisogna mettere a punto nuove tecniche, e, soprattutto, mettere in conto precisi investimenti. Se si pensa che preparare questa prova sia un esercizio facile, allora si bruciano in partenza le soluzioni più serie. Per i test Ocse, ad esempio, si cominciano a predisporre tutti gli strumenti necessari già tre anni prima».


Vertecchi, oggi la maturità non ha peso all'università, anche per questo i ragazzi dopo l'esame di Stato debbono sottoporsi ad altri test, cosa ne pensa?

«I ragazzi sono condannati prima a fare un brutto esame, quello di maturità così come è oggi. Una prova macchinosa, scenica, con una valutazione finale scarsamente oggettiva e casuale. Una prova che peraltro non certifica in modo efficace gli apprendimenti dei ragazzi. E poi, a poche settimane di distanza, gli stessi alunni debbono sostenere un altro orrido esame fatto con degli strumenti che sono da buttare via: spesso si pescano le domande sul mercato internazionale.

«E' una cattiveria far fare a questi giovani due brutte prove di seguito - continua benedetto Vertecchi - Se la maturità fosse più attendibile, forse, non ci sarebbe più bisogno dei test universitari che peraltro sono un business e un costo per gli studenti. Ma se proprio ci devono essere, che, almeno, siano fatti meglio, oggi sembrano più che altro dei giochi di memoria».