Istruzione tecnica/3. da TuttoscuolaNews N. 395, 1 giugno 2009 Passare da 39 (più centinaia di sperimentazioni) a 11 indirizzi, 9 tecnologici e due economici, rilanciare il marchio dell’istruzione tecnica con un largo consenso politico (Prodi ne è stato e ne è un appassionato fautore), condurre una vasta campagna di marketing verso le famiglie con il sostegno dei principali quotidiani, con in testa quello della Confindustria: servirà tutto questo a far uscire l’istruzione tecnica dalla lenta ma costante tendenza alla perdita di iscritti in atto da diversi anni, con lievi segnali in controtendenza registratisi solo in questi ultimi due anni scolastici? Ma soprattutto: avremo un’istruzione tecnica forte e credibile sul piano dei risultati formativi? Domande alle quali è difficile dare una risposta, se non questa: il successo dell’operazione dipenderà dalla capacità degli stakeholders (Ministero e suoi apparati centrali e locali, esperti ascoltati dal ministro, ispettorato, dirigenti scolastici, assessorati regionali, sistema delle imprese, sindacati e associazioni professionali) di restituire un’identità forte all’istruzione tecnica, come quella che ha avuto in passato, quando dagli istituti tecnici sono usciti i quadri intermedi e anche gli imprenditori che hanno fatto grande e competitiva l’industria manifatturiera italiana. Certo, sulla carta gli istituti tecnici sono ora più forti, e possono competere meglio con i licei: potranno anche beneficiare, forse, del riflusso di una parte della domanda che finora si è rivolta agli istituti professionali, la cui immagine non è certo esaltata dal modello De Toni, recepito dal Regolamento. Ma potrebbe anche accadere che le famiglie confermino fiducia ai professionali proprio per il loro profilo “operativo”, sottolineato nel Regolamento, e che restino diffidenti verso un’istruzione tecnica che riduce l’orario proprio delle materie tecniche, aumentando quello di materie generali come italiano e matematica. Perché, a quel punto, e visto anche che per molte professioni è ora richiesta la laurea almeno triennale, non scegliere il liceo? |