I nuovi licei/1.
Conferme e novità

da TuttoscuolaNews N. 396, 8 giugno 2009

Negli ultimi tre anni si è parlato poco dei licei. Nel biennio del governo Prodi tutta l’attenzione è stata concentrata sull’istruzione tecnica, ripristinata come autonoma filiera formativa dopo la sua maldestra e contraddittoria licealizzazione, effettuata in attuazione della legge n. 53/2003 tramite il Decreto legislativo n. 226/2005. E nel suo primo anno di attività anche l’attuale governo si è occupato essenzialmente degli istituti tecnici (e professionali), avallando nella sostanza l’operato del governo precedente.

Il prolungato silenzio sui licei (6, dopo la soppressione del liceo economico e di quello tecnologico con i rispettivi indirizzi) lasciava spazio a due ipotesi interpretative: da una parte che non si volessero apportare modifiche significative rispetto all’impianto già definito nei particolari dal D. Lgs. 226, e dall’altra che i governi Prodi e Berlusconi condividessero l’intento di valorizzare l’istruzione tecnica ponendo in qualche modo la sordina sul destino dei licei.

Ci sono invece, a quanto risulta dalla documentazione fornita ai sindacati e resa pubblica, alcune novità significative, dalla riduzione dell’orario dei primi due anni a 27 ore settimanali per alcuni licei alla previsione di alcune “opzioni”, che in pratica configurano veri e propri nuovi indirizzi. Le novità più importanti, da questo punto di vista, riguardano il liceo scientifico-tecnologico, attivabile come opzione del liceo scientifico (senza latino e con il rafforzamento delle discipline tecnico-scientifiche), e il liceo economico-sociale, inteso a sua volta come opzione del liceo delle scienze umane (senza latino, e con il rafforzamento dell'area delle scienze sociali in alternativa all’area psico-pedagogica). Dalle caratteristiche del liceo classico scompare quella, molto contestata, che esplicitava solo per questo tipo di liceo la spendibilità del diploma in tutte le facoltà universitarie.

Si tratta, nel complesso, di modifiche che accolgono richieste provenienti dalle scuole, soprattutto da quelle impegnate da anni nella sperimentazione dell’indirizzo scientifico-tecnologico, riconducibile ai “programmi Brocca”.