IL CASO. La polemica dopo le nuove norme della
circolare Gelmini
Maturità a rischio discriminazione Salvo Intravaia, la Repubblica 7.6.2009 Per sostenere gli esami di maturità occorre essere in possesso del codice fiscale. E' la novità introdotta quest'anno dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, per la rilevazione dei risultati "in itinere e finali". Il tutto è contenuto in una nota ministeriale dello scorso 22 maggio, a firma del capo del dipartimento Programmazione, Giovanni Biondi, dal contenuto apparentemente innocuo ma che in parecchi definiscono "discriminatorio". Vediamo perché. "A decorrere dal corrente anno scolastico 2008/2009 - recita la nota dell'8 maggio - viene attivata una nuova modalità di rilevazione sugli esiti degli Esami di Stato per gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado statali (...) La nuova rilevazione è intesa a fornire un quadro di maggior dettaglio sui risultati conseguiti dagli studenti (...) Occorre sottolineare che la rilevazione si fonda sull'anagrafe nazionale degli studenti", dove gli studenti sono registrati appunto attraverso il codice fiscale. "I codici fiscali degli alunni, comunicati dalle scuole, saranno validati da parte dell'Agenzia delle Entrate", continua la nota ministeriale. Ed è a questo punto che scoppia il caso politico. "E' una scelta interessante, ma non prioritaria", dichiara Mariangela Bastico, responsabile scuola per il Pd. "Nel Paese manca una completa ed efficiente anagrafe degli studenti, che dovrebbe essere finalizzata a seguirne il passaggio dalla media alla scuola superiore, per acquisire le informazioni necessarie per ridurre la dispersione e l'abbandono scolastico. Tuttavia questa pratica alimenta la preoccupazione di discriminazione degli studenti stranieri appartenenti a famiglie non regolari". Già, perché gli studenti irregolari non possono avere il codice fiscale. Ma il governo respinge le accuse. "Quanto afferma la sinistra è falso - risponde il ministro Gelmini - si tratta di una normativa presente anche in passato e non c'è nessuna discriminazione o volontà di censire studenti che non siano immigrati regolari. È l'ennesima montatura della sinistra. La scuola in realtà si sta impegnando molto sul fronte dell'integrazione". Ma come la interpreteranno le scuole? Esempi come quelli di Napoli o Padova, a prescindere dalla volontà delle scuole stesse, indicano che il problema c'è. |