Se l’unica logica è quella del risparmio.
A proposto del nuovo Regolamento dei Tecnici

di Antonio Valentino, ScuolaOggi 9.6.2009

Il Consiglio dei Ministro ha licenziato i Regolamenti per gli Istituti Tecnici e Professionali.

Comincia adesso l’iter per l’acquisizione dei pareri delle commissioni parlamentari, della Conferenza Unificata Stato Regioni, del CNPI e del Consiglio di Stato, in vista dell’approvazione definitiva da parte del CdM, prevista per fine giugno.

Di ragionamenti al riguardo ne sono stati già fatti tanti in occasione dei continui aggiustamenti sui testi di regolamenti fatti girare in questi mesi. Il quadro complessivo non è cambiato molto e soprattutto non sempre è cambiato in meglio.


1. L.40, art. 13: riordino, settori, indirizzi e profili

La versione del 28 maggio più delle altre risente della ossessione del risparmio e sembra quasi accreditare l’idea che il riordino si giustifichi essenzialmente in una logica di tagli soprattutto delle risorse professionali. Infatti, la frase che ricorre con una frequenza quasi ossessiva in tanti passaggi dell’articolato è: “….senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Eppure, per quanto si presenti ancora indefinito il quadro complessivo, alcune scelte individuate dalla Commissione ministeriale, che ha operato dai tempi di Fioroni, possono avere il valore e il peso di interventi innovativi per il nostro sistema di istruzione superiore.

In queste considerazioni mi riferirò essenzialmente al testo di riordino dei Tecnici e mi concentrerò su alcune questioni su cui la riflessioni di questi mesi ha permesso approfondimenti e quindi approdi meno emotivi rispetto alle prime analisi.

Partiamo dall’unico cambiamento certo: la riduzione del quadro orario da 36 ore “didattiche” (in genere di 50 minuti) a 32 ore effettive (“di 60 minuti”, come si legge in comunicati di fonte ministeriale).