SCUOLA

Maturità per clandestini,
Miur dà lasciapassare

Niente conseguenze per esami: a Napoli stava partendo petizione

 ApCOM, 7.6.2009

Il mancato invio del codice fiscale da parte delle scuole non comporterebbe alcuna preclusione per gli studenti a svolgere l'esame di maturità. La precisazione è giunta in serata, dopo le polemiche nate a seguito di un articolo apparso oggi sul quotidiano 'Il Mattino' nel quale si spiegava che Daria, la ventenne ucraina frequentante il liceo linguistico 'Margherita di Savoia' di Napoli, rischiava fortemente di non essere ammessa agli esami di Stato perché priva del codice fiscale. "Nel caso in cui uno studente fosse, per qualsiasi motivo, sprovvisto del codice fiscale - ha fatto sapere il ministero - verrebbe semplicemente escluso dalla base informativa del Ministero, senza alcuna conseguenza per la sua privacy né per la sua possibilità di sostenere l'esame di Maturità". Nessun pericolo, quindi, di clamorose esclusione, a pochi giorni dall'esame, per gli studenti appartenenti a famiglie non in regola con il permesso di soggiorno. "Quella in atto - assicura viale Trastevere - è una normale attività di gestione e manutenzione del sistema del Miur, come di qualsiasi altro sistema informativo". "Per questo motivo - ha concluso il ministero dell'Istruzione - non c'e' nessun motivo di legge per cui la ragazza di Napoli non possa affrontare l'esame di maturità. Ogni altra indiscrezione su questa vicenda è priva di qualsiasi fondamento giuridico". I timori espressi da Daria, il suo preside, ed i compagni, pronti a presentare una petizione, sembravano tuttavia fondati. In base alle indicazioni del ministero dell'Istruzione, emesse lo scorso 22 maggio, attraverso la nota, firmata dal capo dipartimento Giovanni Biondi, il Miur ha chiesto infatti alle scuole superiori di comunicare i dati sensibili degli studenti "sia per la rilevazione degli esiti finali degli studenti sia per monitorare l'intera carriera scolastica". Le indicazioni non sembravano ammettere deroghe: "da quest'anno la rilevazione sugli esiti degli Esami di Stato per le scuole secondarie di secondo grado statali - si legge nella nota ministeriale che ne segue una iniziale sullo stesso tema inviata alle scuole l'8 maggio - avrà come unità di rilevazione il singolo studente anziché la scuola". L'indagine, la cui correttezza dei dati viene ritenuta da viale Trastevere "indispensabile", si articolerà in due fasi: "comunicazione degli ammessi all'Esame di Stato. Tale fase, finalizzata alla definizione dell'elenco dei candidati, dovrebbe essere effettuata dalle scuole preferibilmente prima dell'insediamento delle Commissioni; comunicazione del credito scolastico e dei punteggi in ogni singola prova di ciascun candidato. Per la raccolta di tali informazioni le scuole potranno essere coadiuvate dalle Commissioni".

 

Per preside clandestina Napoli quello ministero sembrava diktat 

In base alle indicazioni del dicastero dell'Istruzione sembrava proprio che l'invio del codice fiscale di ogni studente fosse stato necessario: nella nota dell'8 maggio il Miur sottolineava, in particolare, che "i codici fiscali degli alunni, comunicati dalle scuole, saranno validati da parte dell'Agenzia delle Entrate e, in caso di mancata corrispondenza, si dovrà procedere alle necessarie rettifiche". Anche i dirigenti, tra cui quello del 'Margherita di Savoia' di Napoli, sembravano non avere dubbi: "la circolare voluta dal ministro Gelmini - ha detto il dirigente Carmine Santaniello al Mattino di Napoli - è un diktat chiaro: senza codice fiscale non si può sostenere l'esame. Daria è stata iscritta tre anni fa in base alle normative vigenti, ha frequentato regolarmente e adesso ci troviamo dinanzi a questo problema". Nei giorni scorsi il 'protocollo' imposto da viale Trastevere era stato contestato non solo dagli studenti del 'Margherita di Savoia', ma anche dall'opposizione. "Questa pratica - ha detto Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd - alimenta il sospetto che serva per discriminare gli studenti stranieri appartenenti a famiglie non regolari". Preoccupazione - ha continuato Bastico - rafforzata dalle norme volte ad escludere dalla scuola gli studenti figli di immigrati irregolari, contenute nel disegno di legge 'sicurezza' in via di approvazione, e dall'applicazione anticipata delle stesse, impropria e illegittima, che alcuni dirigenti scolastici hanno recentemente compiuto a Genova e Padova". Sulla questione dell'anagrafe degli studenti e dell'obbligo di invio delle scuole del codice fiscale dei candidati alla maturità, la Bastico ha anche inviato un'interrogazione urgente al Ministro Gelmini. La quale avrebbe già giustificato l'applicazione del provvedimento come fondamentale ai fini della lotta contro l'abbandono scolastico. E' evidente - ha ribattuto Bastico - che non è con il monitoraggio degli esiti dell'esame di maturità che si contrasta la dispersione scolastico. L'anagrafe scolastica è strumento utilissimo e necessario per la lotta all'abbandono, se utilizzata - ha concluso l'ex sottosegretario dell'Istruzione nella penultima legislatura - a partire dalla scuola media, nel passaggio alla scuola superiore, nel percorso dell'obbligo". Ora però dal ministero dell'Istruzione è giunta la precisazione spazza-polemiche. Così Daria, ma anche tutti gli studenti non in regola tra i circa 15.000 studenti stranieri che quest'anno affronteranno la maturità, faranno bene a concentrarsi sulle prove da svolgere: il 25 giugno è vicino.