Investire nell’istruzione/3. … da TuttoscuolaNews N. 400, 29 giugno 2009 Per il momento non sono giunte repliche o controproposte dalla maggioranza, anche se va ricordato che la VII Commissione della Camera, presieduta dalla parlamentare milanese, ha approvato nei mesi scorsi un parere, in sede di discussione del decreto legge 112/2008 (poi legge 133/2008), nel quale si chiedeva al governo di alzare la percentuale del 30%. Ma l’iniziativa non ha avuto finora esiti concreti.
Tuttoscuola
ritiene tuttavia che continuino ad esistere possibilità di riaprire
la questione, soprattutto se essa sarà affrontata, anche
dall’opposizione e dai sindacati, in modo equilibrato e
lungimirante. Naturalmente la maggiore responsabilità ricade sulla
maggioranza e sul governo, al quale va ricordato che la situazione
deficitaria delle pubbliche finanze non può essere un alibi per non
investire in istruzione. Non lo è stato per Obama (che ha deciso di
investire in istruzione tra 2009 e 2010 ben 141 miliardi di dollari
- ossia 100 miliardi di euro - nell’ambito del programma di rilancio
dell’economia americana, v. TuttoscuolaFOCUS n. 276/382): il
presidente Usa ha condiviso l’opinione di autorevoli economisti,
secondo i quali gli investimenti in istruzione “rendono” di più, nel
medio-lungo periodo, degli investimenti nelle attività direttamente
produttive. Sempre che siano finalizzati, naturalmente, al
miglioramento effettivo del patrimonio di conoscenze e com petenze
della popolazione, compresa quella adulta. |