L’Istruzione Tecnica Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia 1.6.2009 Il recente protocollo d’intesa tra USR Veneto, Regione Veneto e Confindustria Veneto rappresenta un primo esempio di come la riforma dell’istruzione tecnica e professionale può diventare uno strumento di gestione delle scuole da parte di interessi economici e politici esterni alla scuola. Il “Piano regionale per l’innovazione dell’Istruzione Tecnica” propone interventi specifici nell’organizzazione delle scuole e nelle dinamiche di strutturazione dei curricola con alcuni effetti già a partire dell’anno scolastico 2009-10. In particolare:
Come si può notare Confindustria e Regione rivendicano un ruolo centrale nel governo e negli indirizzi dell’istruzione tecnica. In Veneto ciò appare ancora più evidente a causa della frammentazione del settore industriale in piccole imprese che non hanno autonome capacità di formazione del personale specializzato. Il rischio è che l’istruzione tecnica, che ha avuto in Veneto come in altre Regioni Italiane un ruolo di traino dell’innovazione e della ricerca, diventi dipendente dai bisogni di breve o brevissimo termine delle realtà industriali del territorio. Preoccupa in questo senso l’accento sulle competenze certificabili e spendibili nel mercato del lavoro che dovrebbero superare le vecchie logiche disciplinari legate alle conoscenze. Preoccupa altresì il tentativo non tanto nascosto di indirizzare la struttura dei quadri orari dei tecnici anche gestendo le quote di flessibilità che dovrebbero essere competenza del Collegio dei Docenti. Non a caso si forza per il superamento dell’organo collegiale dei docenti in “dipartimenti” con competenze strumentali all’attivazione della riforma e delle “innovazioni”. Nella circolare dell’USR Veneto si invitano gli istituti scolastici del Veneto ad aderire entro il 15 giugno al Piano dell’Innovazione con delibera del Collegio dei Docenti. Gilda degli Insegnanti invita i colleghi a non accettare l’adesione al piano proposto da Confindustria e a riportare il dibattito sulla riforma dei Tecnici in sede di Collegio dei Docenti a partire dal 1 settembre 2009. E’ necessario che i docenti siano protagonisti negli aspetti di attuazione della riforma e non semplici esecutori. Sappiamo che alcuni dirigenti smaniano per apparire più bravi e belli agli occhi dell’amministrazione e della Confindustria e cercheranno di forzare le delibere del Collegio dei Docenti. Sta a noi evitare che tutto questo passi senza alcun ragionamento vero e approfondito sulla natura e i contenuti della riforma che molti ancora non conoscono e che è tutta da verificare in ambito di applicazione concreta in vista del 2010-11.
Gilda degli Insegnanti di Venezia
|