Gli effetti del decreto taglia-Ata inviato ai
direttori regionali, anche se manca A settembre 10 mila bidelli a spasso Franco Bastianini e Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi 23.6.2009 All'Istruzione attendono ancora il via libera del dicastero dell'Economia. Tanto da essersi riservati -nella nota inviata nei giorni scorsi ai direttori scolastici regionali- di rimettere mano al decreto nel caso di obiezioni da parte del ministero di Giulio Tremonti. Che sull'intera partita dei tagli al personale della scuola sta giocando fino in fondo il suo ruolo di regista. Intanto, però, da viale Trastevere hanno trasmesso il provvedimento alle direzioni regionali, già in ritardo con le operazioni di definizione degli organici da assegnare a ogni provincia e da qui a ogni scuola per il prossimo anno. Si tratta del decreto interministeriale di riduzione delle dotazioni degli Ata, il personale ausiliario, tecnico e amministrativo della scuola, attuativo della manovra finanziaria estiva: saranno circa 14.300 i posti che spariranno ogni anno per i prossimi tre anni. Un taglio che a settembre, alla luce anche dei pensionamenti, dovrebbe produrre la perdita del contratto a tempo determinato per circa 10 mila bidelli e amministrativi. Una nuova disoccupazione, contro la quale non è previsto che scatti neanche l'eventuale ombrello dei contratti di disponibilità che il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, sta studiando per gli insegnanti precari con il responsabile del Lavoro, Maurizio Sacconi (si veda IO di martedì scorso). Nel triennio 2009-2011 i tagli comporteranno, come del resto impone il decreto legge 112/2008, una riduzione complessiva del 17% della dotazione organica determinata per l'anno scolastico 2007/2008. Tenuto conto che per il predetto anno scolastico la dotazione era stata fissata in 252.661 unità, al termine della manovra dovrà scendere a 209.788 unità. Sono insomma 42.873 i posti da eliminare. Per farlo, il decreto fissa nuovi parametri, molto più restrittivi rispetto al passato, per l'assegnazione del personale in questione alle scuole, compreso quello relativo alla presenza di alunni disabili. I sindacati sono riusciti a porre dei freni (per esempio non sarà possibile, come invece inizialmente prospettato da viale Trastevere, che i dirigenti utilizzino sul territorio gli Ata a seconda delle esigenze del momento, scavalcando il criterio dell'assegnazione alla sede fatta a inizio anno), ma i grandi numeri non lasciano scampo. A partire dall'anno scolastico 2009/2010, e in ciascuno dei tre anni previsti, i tagli da apportare alla dotazione organica nazionale non potranno essere inferiori ad un terzo del 17% preventivato per la fine del triennio. Per l'anno scolastico 2009/2010 l'organico di diritto passa così da 251.623 a 237.397. La riduzione sarà, pertanto, di 14.226 unità. In termini percentuali i tagli maggiori interesseranno gli organici delle regioni Calabria, Basilicata e Sardegna. L'Emilia Romagna è, invece, la regione che soffrirà di meno, visto che negli ultimi anni ha usufruito di meno personale rispetto al numero di studenti iscritti. La riduzione dei posti produrrà un minor numero di posti vacanti o disponibili che potranno essere occupati dagli aspiranti agli incarichi di durata annuale o fino al termine delle attività didattiche. Si tratta di supplenti stabili, quelli con contratti di lunga durata. Ad oggi il precariato più alto nella scuola si ha proprio tra gli Ata. Dal prossimo anno, scemerà: degli 84.500 incarichi conferiti nell'anno in corso a settembre, se le stime saranno confermate, ne sopravviveranno.
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