Il Miur boccia il “sei rosso”, di A.G. La Tecnica della Scuola, 10.6.2009 A patto però che avvenga solo per carenze minime, recuperabili sin dall’avvio dell’a.s. successivo e che venga comunicata alle famiglie. Gli istituti informati il 9 giugno, con la nota prot. 6051, quando diversi scrutini si sono già svolti. E ora? Il ministero dell’Istruzione ha deciso di prendere posizione sulla questione del “sei rosso” da assegnare agli alunni della scuola secondaria di primo grado: attraverso la nota prot. 6051, dell’8 giugno 2009, viale Trastevere ha sottolineato a chiare lettere come i singoli Consigli di Classe, pur nell’ambito della loro autonomia nel predisporre i criteri valutazione, possano promuovere gli alunni che, dopo una attenta valutazione del loro percorso scolastico e delle loro capacità, abbiano palesato delle lacune non gravi e soprattutto recuperabili. A patto però che esplicitino le motivazioni, espresse ovviamente a livello collegiale e non sulla base del giudizio del docente interessato, ed informino la famiglia dello studente dell’avvenuta promozione pur in presenza di alcune carenze. Il tutto anche in vista di un eventuale recupero nell’anno scolastico successivo. L’assegnazione di sufficienze “in rosso”, con degli asterischi che rimandano al reale voto insufficiente, scelta già attuata da non pochi Consigli di Classe negli scrutini di fine anno di questi giorni, sarebbe quindi del tutto inappropriata a questo corso di studi. Il Miur ha tenuto a sottolineare che "in questo contesto è del tutto improprio il riferimento al ‘sei rosso’, dicitura utilizzata solo in passato nella scuola secondaria di secondo grado e collegata al recupero del ‘debito scolastico’". Ciò che è fondamentale, ai fini della promozione, è che sia d’accordo con la decisione la maggioranza dei docenti: "Nella scuola secondaria di primo grado l'ammissione all'anno successivo e all'esame di Stato non è, infatti, condizionata; viene deliberata dal Consiglio di Classe e determina il proseguimento del percorso dello studente nell'ambito del ciclo di istruzione". L’importante è che le decisioni prese dal consiglio di classe vanno sempre bene esplicitate "con adeguata motivazione" attraverso un’avveduta analisi, sempre da parte dei docenti, del "percorso compiuto dall'alunno", anche in considerazione "della possibilità dell'alunno stesso di raggiungere gli obiettivi formativi e di contenuto propri delle discipline interessate, nel corso dell'anno scolastico successivo". La novità è invece nella comunicazione esplicita alle famiglie dell’avvenuta promozione pur in presenza di una o più non complete sufficienze. "Nel caso in cui l'ammissione alla classe successiva sia comunque deliberata in presenza di carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento – spiega ai dirigenti il ministero dell’Istruzione - la scuola può inserire una specifica nota al riguardo nel documento individuale di valutazione da trasmettere alla famiglia dell'alunno". Il problema è che la nota è giunta nelle scuole proprio nei giorni in cui si stanno predisponendo gli scrutini di fine anno. Non pochi Consigli di Classe si sarebbero già riuniti per. E le promozioni o bocciature già assegnate. A questo punto non è da escludere che alcuni dirigenti possano, alla luce della nota ministeriale, soprattutto laddove le decisioni prese siano in conflitto con i contenuti della nota 6051, decidere di riconvocare gli scrutini. E chiedere ai docenti di prendere delle decisioni più adeguate. Ma si tratterebbe di una strada insidiosa: impraticabile se in presenza di verbali e tabelloni già riempiti. In ogni caso il concetto è stato ribadito dal ministero dell’Istruzione nella serata del 9 giugno attraverso un comunicato stampa, nel quale si parla di “maggiore responsabilizzazione del consiglio di classe proprio in fase di scrutinio” e di volontà di rompere con il passato poiché “era prassi assegnare giudizi non sempre comprensibili e valutazioni che nascondevano anche gravi insufficienze”. Nel ribadire che “con insufficienze considerate gravi si ripeterà l’anno”, il Miur ha anche puntato il dito sulla doppia necessità di “informare le famiglie dell’alunno” (attraverso l’invio di “una specifica nota alla famiglia dell’alunno”), e di “aprire un confronto con gli altri docenti”. Anche in questa ottica ogni istituto potrà, autonomamente “programmare, sin dall’avvio del successivo anno scolastico, tutti gli interventi didattici per il recupero, nel caso di alunni per i quali siano emerse carenze formative”. E se si trattasse di una prova generale per l’introduzione dei debiti formativi anche nelle ex medie? |