Inizio d'anno nel segno dell'incertezza: si
attendono indicazioni su come applicare
Come inizia la scuola? Non si sa Salvo Intravaia, la Repubblica 14.1.2009 Per le scuole italiane il 2009 parte all'insegna dell'incertezza. L'enorme mole di cambiamenti introdotti nel sistema d'istruzione nazionale dal decreto-legge 112 (la Finanziaria estiva di Tremonti) e dai provvedimenti successivi sta facendo letteralmente impazzire insegnanti, dirigenti scolastici e genitori che, in assenza di regolamenti e decreti attuativi, sono in preda alla confusione più totale. E il rischio che l'avvio del prossimo anno scolastico sia tutto in salita è tutt'altro che remoto. "La ripresa dell'attività - dichiara Francesco Scrima, leader della Cisl scuola - avviene in tutte le scuole, all'insegna del disagio, della preoccupazione e delle incertezze". E con la scadenza delle iscrizioni rinviata al 28 febbraio slitteranno tutti gli appuntamenti cruciali dell'anno: organici di diritto, trasferimenti, immissioni in ruolo e assegnazione delle supplenze che specialmente nelle grandi città potrebbero anche arrivare ad anno scolastico avviato. Che la strada verso le riforme voluta dal ministro, Mariastella Gelmini, sarebbe stata irta di difficoltà lo ha intuito anche il governo che nel decreto-legge "milleproroghe" dello scorso 30 dicembre ha introdotto una norma che riguarda la scuola: lo slittamento al 31 agosto del termine ultimo per le nomine a tempo indeterminato (le immissioni in ruolo) e determinato (le supplenze). Ma la confusione di questi giorni riguarda gli scrutini del primo quadrimestre e le iscrizioni. "Incombono - continua Scrima, xhe chiede al ministro un incontro urgente - scadenze che toccano aspetti cruciali della vita scolastica (valutazione, iscrizioni, determinazione degli organici) e su di esse pesa lo stato di confusione e di allarme determinato dai provvedimenti in corso di emanazione, sia per quanto riguarda i loro contenuti che per le modalità con le quali gli stessi vengono elaborati e definiti". Ma di che si tratta? I primi di febbraio, le scuole elementari e medie saranno chiamate a valutare gli alunni con i voti espressi in decimi in luogo dei giudizi, ma mancano all'appello sia il Regolamento sulla valutazione degli alunni sia il decreto ministeriale per attribuire le insufficienze in condotta alla scuola media. Stesso discorso per le iscrizioni la cui data di scadenza è stata spostata da fine gennaio al 28 febbraio. Da viale Trastevere la circolare annuale sulle iscrizioni non è stata ancora resa nota e le scuole vanno in ordine sparso: alcune sulla base delle notizie diffuse dai mezzi d'informazione accettano le iscrizioni con riserva, altre aspettano il documento ministeriale. Così come avviene per il regolamento sui voti in decimi: alcuni dirigenti scolastici promettono che senza regolamento non attueranno la riforma, altri vanno a tentoni. Secondo Massimo Di Menna, segretario nazionale della Uil scuola, il provvedimento "più urgente è la circolare sulle iscrizioni". "Occorre rendere chiare - spiega Di Menna - le variazioni introdotte dal Regolamento ma occorre fare in fretta". Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas, critica la Gelmini su tutti i fronti. "Allo slittamento del termine delle iscrizioni non ha fatto seguito alcun chiarimento sulla organizzazione per il prossimo anno. Nella scuola primaria non vi sono neppure i modelli di iscrizione per un'articolazione dell'orario in 24-27-30-40 ore settimanali, che non ha alcun fondamento pedagogico ma solo la volontà di risparmiare e che ingenera soltanto confusione". "L'unica certezza - continua Bernocchi - è che, nonostante la propaganda ministeriale, non verranno attivate nuove classi a tempo pieno e le ulteriori richieste delle famiglie non verranno soddisfatte". Di tutti i documenti in questione circolano le bozze predisposte dai tecnici ministeriali al vaglio dei diversi organismi che devono esprime un parere: il Consiglio nazionale della pubblica istruzione, il Consiglio di stato. La circolare sulle iscrizioni è legata al Regolamento sulla "Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione" che introduce una serie di novità, come il tempo-scuola nelle prime classi della scuola primaria di 24, 27 o 30 ore settimanali, il maestro di riferimento e l'anticipo nella scuola dell'infanzia. Ma di quest'ultima possibilità chi potrà fruirne? I piccoli di due anni e mezzo, ma solo nei comuni che hanno stipulato la prescritta convenzione con l'ufficio scolastico regionale, o tutti?
Senza regolamenti
attuativi procedono a vista anche le Regioni che devono predisporre
i Piani di dimensionamento della rete scolastica. Nella regione
Lazio e in Veneto il Piano è stato varato. In Sicilia le operazioni
sono in corso ma senza il Regolamento che detta regole anche sui
plessi le regioni si rifanno alla norma del 1998: autonomia
scolastica per le scuole con un numero di alunni fra i 500 e i 900. |