Valutazione di sistema: di R.P. La Tecnica della Scuola 18.1.2009 Tre esperti incaricati dall'Invalsi hanno messo a punto un piano di fattibilità per completare il sistema nazionale di valutazione, Le condizioni che essi pongono sono molteplici e forse difficili da ottenere. Anche costruire un sistema di incentivi per le scuole migliori non sarà facile. Il sistema scolastico dovrebbe avere dai Governi lo stesso trattamento che viene riservato ai ponti i quali “sono costruiti al servizio della collettività con le tecnologie più avanzate del momento e non per essere abbattuti ad ogni elezione”: lo sostengono Daniele Checchi, Andrea Ichino e Giorgio Vittadini, tre docenti universitari ai quali l’Invalsi ha dato incarico di mettere a punto il piano di fattibilità per la realizzazione di un sistema nazionale di valutazione così come previsto dalle direttive 74 e 75. Il documento dei tre esperti rappresenta un chiaro modello di intervento in cui vengono elencate le condizioni imprescindibili per ottenere i risultati attesi. Uno dei pilastri della proposta è la predisposizione di un’anagrafe scolastica nazionale che “segua nel tempo tutti gli studenti consentendo di abbinare la loro performance alle caratteristiche delle scuole frequentate e degli insegnanti incontrati, nonché a dati di fonte amministrativa sulle caratteristiche demografiche ed economiche delle loro famiglie”. “Senza un’anagrafe con queste caratteristiche - spiegano i tre esperti - non è possibile ricostruire al meglio le condizioni ambientali e familiari in cui crescono e maturano gli studenti, al fine di scorporare la componente dei loro risultati scolastici attribuibile all’ambiente dalle componenti attribuibili invece agli studenti stessi, alle scuole e ai singoli insegnanti”. Soprattutto, bisognerà dare a tutti gli operatori della scuola il tempo necessario per conoscere il sistema di valutazione, apprezzarne l’affidabilità e quindi accettarne le conseguenze. Nel lungo periodo, inoltre, i risultati delle misurazioni dovranno essere utilizzati per costruire un sistema di incentivi che guidi le scuole ad organizzarsi per migliorare l’apprendimento dei loro studenti. “Ma - avvertono Checchi, Ichino e Vittadelli - sarebbe un grave errore avere fretta nel compiere questo passo. La teoria economica della gestione delle risorse umane insegna che i sistemi di incentivazione vanno studiati con cura e ben sperimentati prima di essere utilizzati in larga scala”. E ci sono anche problemi di natura pratica. Per esempio quello dei rilevatori, che non potranno essere insegnanti della scuola stessa; i tre esperti suggeriscono anzi di istituire un albo nazionale analogo a quello che viene utilizzato per selezionare i presidenti dei seggi elettorali (e da remunerare con adeguato gettone di presenza). Il sistema avrà dunque costi significativi: si va da un minimo di 31 milioni ad una massimo di 81, a seconda delle soluzioni tecniche adottate. Senza dimenticare anche gli aspetti normativi e contrattuali riferiti al personale: per poter davvero rispondere dei risultati le scuole dovranno poter avere voce in capitolo in materia di reclutamento e rimozione non solo dei dirigenti scolastici, ma anche dei docenti.
Come dire che il
progetto dell’Invalsi incontrerà molti ostacoli per poter essere
preso in considerazione. |