Tanto tuonò che piovve: dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, 19.1.2009 La pubblicazione del decreto destinato a “correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto inferiore a sei decimi” ha avvalorato le nostre non rosee previsioni: sarà in realtà una regolamentazione di quanto già disposto da Fioroni nella sua revisione dello Statuto degli studenti, in versione ancora più garantista. Dopo mesi di polemiche inutili, la speranza di un ulteriore rafforzamento del ruolo educativo della scuola non ha avuto seguito. La scuola è rimasta in pratica dove l'aveva lasciata Fioroni, la cui opera (meritoria) andava completata e rafforzata. E già cominciano a farsi sentire nella scuola le critiche dei delusi, come si può leggere oggi sul "Sole24Ore". Vediamo le nuove norme. L'articolo 4, comma 1 precisa che il cinque in condotta si può dare “esclusivamente in presenza di comportamenti di particolare gravità riconducibili alle fattispecie per le quali lo Statuto delle studentesse e degli studenti [...] nonché il Regolamento di Istituto prevedano l’irrogazione di sanzioni disciplinari che comportino l’allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori a quindici giorni”. E quali sono i comportamenti di particolare gravità secondo lo Statuto riformato da Fioroni? Si tratta di “reati [sic] che violano la dignità e il rispetto della persona umana" o creino "pericolo per l'incolumità delle persone. " [art.9]. Casi estremi, quindi. Ma evidentemente questo non bastava a rassicurare chi con ogni evidenza considera gli insegnanti persecutori allo stato latente degli allievi. L’attuale ministro, infatti, sente il bisogno di aggiungere che il Consiglio di classe deve anche accertare, prima di dare cinque in condotta, che il reo "non abbia dimostrato apprezzabili e concreti cambiamenti nel comportamento" . In altre parole, chi ha abusato di una compagna in bagno oppure vi ha torturato un disabile può atteggiarsi a pentito e farla franca... Invece chi ha violato più e più volte gravemente le regole di comportamento, pur senza incorrere in veri e propri reati, ed essendo magari stato sospeso ripetutamente, non correrà alcun pericolo di bocciare. Ma “la condotta farà media”, ripete il ministro anche in un’intervista di oggi al “Giornale”. Ma che significa in pratica? Pochissimo (vedi note del 10 e 14 gennaio), anzi la media può addirittura essere alzata anche da un sei in condotta, se il contesto è di diverse insufficienze. E poi, in quali circostanze è prevista un’incidenza della media? Ordinariamente solo nel credito scolastico in vista dell’esame. Ma appunto in misura talmente modesta da rendere risibili i timori e le speranze che questa annunciata svolta rigorista aveva provocato in questi ultimi mesi. Perché, invece che alla media, non si è pensato per esempio a un punteggio aggiuntivo nel credito scolastico in caso di nove o dieci in condotta e a una penalizzazione almeno per i sei? Come se non bastasse, la previsione della sanzione è condita da una serie di puntualizzazioni quasi grottesche: “La valutazione del comportamento non può mai essere utilizzata come strumento per condizionare o reprimere la libera espressione di opinioni correttamente manifestata” (un intero consiglio di classe che si accorda per punire il dissidente...); “La valutazione espressa in sede di scrutinio intermedio o finale non può riferirsi ad un singolo episodio [anche se gravissimo?], ma deve scaturire da un giudizio complessivo di maturazione e di crescita civile e culturale dello studente in ordine all’intero anno scolastico”. E ne citiamo solo due. Va infine sottolineato il fatto che il pur grave problema del bullismo ha finito per oscurare quello più generale del rispetto delle regole nella scuola e l’esistenza di una crisi dell’educazione, che va affrontata con chiarezza di idee, saggezza e fermezza, prima di tutto nell’interesse dei ragazzi stessi. |