LA STORIA

"Brutti voti? Niente sci"

Liceo esclude dalla gita ragazzi insufficienti. I docenti: non c'è posto per tutti

Monica Coviello, La Stampa 10.1.2009

Brutti voti? Niente gita». Così ha deciso il preside del Liceo classico e scientifico Bodoni di Saluzzo. Meta le piste da sci di Bardonecchia e San Sicario, dove gli studenti si tratterranno per tre giorni, la prossima settimana, per il progetto educativo «Sci». Ma per la gita partiranno solo quelli che non hanno riportato insufficienze sull’ultimo «pagellino»: un centinaio di ragazzi, su circa 700 faranno le valigie. La scuola minimizza, ma i ragazzi protestano. Perché il profitto come criterio della selezione? «Per limitare il rischio di eventuali incidenti sulla neve, abbiamo dovuto contenere il numero dei partecipanti - spiega Giuseppe Riberi, il dirigente scolastico -. Assieme al Collegio docenti, ho cercato di scegliere le condizioni più ragionevoli per farlo. Mancano pochi giorni alla fine del quadrimestre, e siamo in prossimità degli scrutini: chi deve “rimediare” le insufficienze deve avere il tempo necessario e la concentrazione per farlo. È giusto promuovere lo sport, che però non deve compromettere il rendimento scolastico. Poi, ovviamente, gli insegnanti di educazione fisica hanno selezionato chi è abile nello sci».

Misurati i commenti formali degli studenti, davanti ai professori, F. P.: «E’ vero che ci sono state lamentele da parte di chi non ha ottenuto la sufficienza e che teneva a partecipare al viaggio, però tanti altri hanno apprezzato il criterio, più equo di un’estrazione a sorte, ad esempio. È un premio per chi si impegna. È vero che le valutazioni degli insegnanti non possono essere oggettive, ma non sapremmo proporre altri criteri». «Purtroppo si considera il giudizio del “pagellino”, una valutazione attribuita a novembre o a dicembre: se nel frattempo si recupera l’insufficienza, non si può comunque partecipare alla gita - aggiunge N.M., un altro rappresentante -. Ma il metodo è già dello scorso anno, ed ha funzionato». Sottobanco, però, sono molti gli studenti che protestano: «Non sono tre giorni - dice G. F. - a migliorare la situazione degli allievi che hanno delle difficoltà. Il periodo del viaggio non coincide con quello dei corsi di recupero: è un discorso che non regge».

«Un “5” non è sempre un segno di menefreghismo - aggiunge L. C. -: alcuni di noi, pur impegnandosi a fondo, non riescono a ottenere la sufficienza. Andrebbero incoraggiati, anziché penalizzati. Piuttosto che sul profitto, sarebbe equo basarsi sulla condotta». «Anche il comportamento ha il suo peso, il questa selezione - obietta Alfredo Orrico, insegnante -: per essere idonei, gli allievi non devono avere nemmeno preso note o segnalazioni sul registro o sul diario. Sono assolutamente concorde con questo criterio: è vero che si tratta di una limitazione per alcuni, ma anche di un incentivo per altri: in alcune classi particolarmente laboriose, ad esempio, partecipa quasi la metà degli allievi». Alcuni studenti tirano però in ballo anche la discrezionalità del giudizio degli insegnanti: «Il pagellino riporta i giudizi sintetici, da ottimo a gravemente insufficiente, che non sono oggettivi come i voti numerici - spiega C. R. -: un 5 al 6 per alcuni docenti rappresenta una sufficienza, per altri no».

«La decisione è stata presa dal Collegio docenti - dice Maria Grazia Cellerino, insegnante - ed è stata valutata con attenzione. Anch’io sono d’accordo». L’organizzazione dei gruppi è stata affidata alle insegnanti di educazione fisica: «Abbiamo consultato i pagellini - spiega una di loro, Luisella Tible -. Abbiamo anche compilato un elenco di quelli che magari avevano un solo giudizio negativo. Sono stati gli insegnanti di quelle materie a dire l’ultima parola». «E invece non c’è stata speranza nemmeno per chi aveva solo un’insufficienza - ribatte un altro allievo, P. C. -: la selezione è stata rigidissima e matematica». Ma se i ragazzi «insufficienti» dovranno rimanere a casa per poter utilizzare gli ultimi giorni del quadrimestre per «rimediare», il viaggio non può essere posticipato? «Abbiamo provato a rinviarlo a febbraio - conclude il preside - ma il costo del soggiorno, in quel periodo, raddoppia, e diventa proibitivo».