Università/1.
Meno risorse, più qualità

da Tuttoscuola, 12 gennaio 2009

L'anno sembra cominciare sotto una buona stella per il ministro Gelmini: l'8 gennaio 2009 il Parlamento ha approvato, con il ricorso alla fiducia, in via definitiva il suo decreto legge sull'università con il voto favorevole del Pdl e della Lega e quello contrario del PD e dell'Idv di Antonio Di Pietro.

Ma mentre la maggioranza ha espresso il suo voto favorevole in modo compatto, l'opposizione si è divisa, perché l'Udc si è astenuta nella votazione finale (si è votato alla Camera, dove l'Udc ha un gruppo parlamentare di una certa consistenza: 34 deputati), e questo sembra essere il risultato politicamente più importante di questa fase del dibattito tra i partiti, almeno per ciò che concerne scuola, università e ricerca.

Anche per l'università, come per la scuola, si è posta la questione dominante in questi ultimi anni di crisi dell'economia e dei conti pubblici: quella del rapporto Risparmi-Qualità, alla quale Tuttoscuola ha dedicato il suo ultimo dossier. In un quadro di tagli (anche se i più dolorosi cadranno dal 2010) diventa ancora più importante puntare sulla più efficace utilizzazione delle risorse disponibili, eliminando le spese non produttive e privilegiando al contrario quelle che assicurano, come dicono gli economisti, un "ritorno sull'investimento". In questa direzione vanno certamente l'aumento dei concorsi per ricercatori (la deroga al blocco dei bandi sale dal 20 al 50%) e il divieto di bandire nuovi concorsi per le università che spendono più del 90% del loro bilancio in stipendi. Più complessa è la questione della riforma delle procedure concorsuali, che merita un approfondimento specifico.