Maestri a ore

I regolamenti appena varati provocheranno
una piccola rivoluzione nelle scuole dal prossimo anno

Flavia Amabile, La Stampa 17.1.2009

Ci hanno pensato i pediatri a tranquillizzare i genitori. Dal prossimo anno sarà più difficile avere i figli in una scuola pubblica a tempo pieno? Meglio, rispondono loro. «E' preferibile farli stare in casa con la famiglia, anche con i nonni oppure con la baby sitter, dato che, peraltro, la capacità di apprendimento dopo le ore 13 cala sensibilmente. Il tempo pieno deve essere l'ultima spiaggia e scelto solo per motivi di reale impossibilità a gestire il bimbo».

Lo sostiene il pediatra Italo Farnetani: ha condotto un sondaggio fra 119 colleghì: il 69,7% dice no al tempo prolungato a favore di momenti di relax all'aria aperta alternati allo studio, «nelle ore in cui è più facile per gli studenti riprendere a immagazzinare le nozioni, cioè fra le 15 e le 17». E poi, ricordano i pediatri, più si sta a scuola più aumenta il pericolo di ammalarsi e di stressarsi

Chissà se il parere dei pediatri basterà a calmare la rabbia di chi dal prossimo anno rimarrà senza tempo pieno e dovrà trovare come sistemare i figli durante il pomeriggio. Forse se avesse un po' di tempo potrebbe anche organizzarsi ma, a quanto pare, il lato più spiazzante della riforma varata è la sua imprevedibilità.

Il ministro Gelmini «continua a seminare confusione e disorientamento, anche con quest'ultima, contraddittoria, circolare sulle iscrizioni», avverte Maria Coscia, responsabile scuola del governo ombra Pd. «Centinaia di migliaia di famiglie e bambini, per la prima volta nella storia della scuola, a settembre non sapranno - spiega - se gli sarà consentito seguire il modello didattico scelto al momento delle iscrizioni nè, ai più grandi, sarà dato sapere se ritroveranno in classe gli stessi insegnanti. Con l'avvio del maestro unico fin dal prossimo anno e i tagli al personale, oltre a destabilizzare l'intero sistema scolastico - aggiunge - si impone alle scuole un organico ridotto, senza ore di compresenza; ore che garantivano un lavoro di equipe tra gli insegnanti e un'eccellenza della scuola pubblica in tutte le classi».

«Con questa circolare il ministro Gelmini tenta di rendere retroattiva la sua riforma», dichiara la capogruppo del Pd alla commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, sottolineando che «le disposizioni ministeriali fanno sì che gli studenti delle seconde, terze, quarte e quinte della scuola primaria non concluderanno gli studi secondo l'attuale modello educativo del team di docenti».

«Infatti - spiega - contrariamente a quanto annunciato dallo stesso ministro, la circolare prevede che anche per le classi successive alle prime siano abolite le compresenze, minando in questo modo alla base il modello educativo del modulo di docenti. Ma se per la prima classe il maestro unico e l'impoverimento dell'offerta formativa era stato ormai stabilita per legge nessuna norma aveva definito un intervento analogo per le classi successive alle prime».

Ma per i tagli effettivi e le loro possibili conseguenze sulla scuola conviene dare uno sguardo a uno studio realizzato dalla Flc-Cgil: