Docenti ladri di 5 minuti. Non se ne può più di Francesco Mele, ReteScuole 2.1.2009 Sono stufo di questa campagna diffamatoria nei confronti di un’intera categoria, quella dei docenti, che avrà senz’altro al suo interno comportamenti non difendibili – come in qualsiasi altra del resto – e deprecabili, ma non per questo è accettabile una tale opera di criminalizzazione come quella a cui stiamo assistendo. Occorre allora rispondere con una serie di informazioni che i più sembrano ignorare.
1) orario di
servizio: nel contratto è previsto un orario di servizio
obbligatorio di 25 ore settimanali nella materna, di 24 nelle
elementari e di 18 ore nelle medie e superiori; ma questo è relativo
alle ore frontali con la classe (alle elementari 2 sono di
programmazione) e non comprende tutte quelle necessarie alle
attività di supporto che qualunque insegnante è tenuto a svolgere
per gestire quelle di attività frontali (preparazione delle lezioni,
messa a punto di materiali di approfondimento e/o di adeguamento del
libro di testo, rielaborazione delle attività di classe/laboratorio,
correzione di compiti/verifiche, …); non è semplice né univoco
definire l’ammontare di queste ore di impegno per i docenti perché
esso può dipendere dall’ordine di scuola, dal tipo di disciplina
insegnata, dalla deontologia professionale … ; diciamo che tranne
casi patologici (auspicabile una maggiore presenza di controlli che
però non competono alla categoria ma ad una dirigenza che, secondo
le norme, è invece sempre di più sbilanciata verso la gestione
manageriale e ragionieristica delle scuole) si va da un minimo di
altre 10-15 fino ad un massimo di altre 20-25 ore di impegno
settimanale a seconda delle diverse situazioni citate. Da anni
qualcuno di noi si batte per il riconoscimento di questo lavoro
sommerso e per una pur sommaria differenziazione nella categoria di
un tale impegno extra-orario contrattuale: si fa riferimento ad
esempio alle discipline che hanno solo l’orale e che quindi non
prevedono la correzione di compiti scritti o ad esempio discipline
in cui la preparazione delle lezioni è decisamente più lieve (es Ed.
Fisica) e altre simili considerazioni. Come è ovvio che sia, non se
n’è mai fatto nulla perché questo comporterebbe una lotta al
coltello tra colleghi di cui proprio non si sente il bisogno. Ma il
dato rimane, l’orario contrattuale dovuto non può essere
considerato l’unico parametro per valutare l’impegno dei docenti
perché con le attività cosiddette “funzionali all’insegnamento” si
arriva in alcuni casi ad impegni ben al disopra di quelli previsti
da qualunque attuale contratto di lavoro; 2) orario di servizio: nell’orario di servizio, da parte di coloro che denigrano la categoria, non viene mai considerata tutta una serie di impegni a cui i docenti sono tenuti, li cito in elenco: a. ore di attività collegiali (collegi dei docenti, programmazione, dipartimenti disciplinari, comunicazione collegiale alle famiglie degli esiti intermedi e finali): il contratto prevede un tetto per tutti di 40 ore all’anno per ciascun docente, e di solito si fanno tutte b. ore di consigli di classe: il contratto prevede in 40 ore il tetto da non superare per i docenti che hanno più di sei classi; il conto ovviamente è differenziato, diciamo che mediamente un consiglio di classe può richiedere da 1,5 a 2,5 ore a seconda del numero di allievi e delle problematiche presenti; inoltre nei vari ordini di scuole la frequenza è molto variabile e si va da 4 a 6 consigli di classe all’anno, oltre ovviamente agli scrutini di cui al punto successivo; diciamo allora che si può pensare ad un impegno suppletivo che può variare da 6 a 15 ore all’anno per ogni classe; c. consigli di classe per scrutini intermedi, finali e di settembre (sospensione giudizio nelle scuole superiori) che si possono quantificare in almeno 4-5 ore all’anno per ogni classe; d. ore di ricevimento dei genitori: nessuna norma le prevede perché è prerogativa dei consigli di istituto decidere al riguardo; diciamo che mediamente nelle scuole i docenti mettono a disposizione un’ora alla settimana (tranne nelle prime settimane di scuola e di quelle a ridosso degli scrutini) e due ricevimenti generali all’anno di 3-4 ore l’uno per un ammontare complessivo di circa 35 ore all’anno per ciascun docente; e. ore “buche”: nelle scuole medie e superiori l’orario settimanale di ciascun docente prevede inevitabilmente una serie di ore in cui non è impegnato ma costretto a rimanere a scuola perché inframezzate ad ore di lezione; ovvio che tale numero è variabile da caso a caso e si può andare da 0 (molto raro) fino a 4-6 ore alla settimana; in queste ore il docente può non fare nulla, ma costretto a non farlo in un luogo non scelto da lui e quindi non possono essere considerate “libere”, oppure fare di corsa attività personali allontanandosi dalla scuola, oppure ancora rimanere a scuola continuando il suo lavoro in attività funzionali all’insegnamento; f. uscite didattiche nella mattinata: il docente accompagnatore di una classe in casi come questo vede impegnata tutta la mattinata, anche le ore che in quel giorno erano da considerare libere: anche in questo caso l’entità è variabile e si va da 0 a 3-4 ore per ogni uscita; g. viaggi di istruzione: mi riferisco alle cosiddette gite scolastiche qui il conteggio è molto più pesante e occorre tenere conto che non viene pagata alcuna missione né diaria; diciamo allora che l’impegno suppletivo è di almeno 8-10 ore per una gita di un giorno e per le gite di più giorni occorre considerare anche la notte che va conteggiata comunque perchè messa a disposizione della collettività gratuitamente, oltre al fatto che in alcuni casi è necessaria anche la sorveglianza notturna; per le gite di più giorni si arriva ad almeno 20-22 ore suppletive per ogni giorno di gita; a tutto questo va aggiunto il tempo che i docenti accompagnatori dedicano alla preparazione della gita per inserirla nel percorso didattico della classe, diciamo almeno altre 2-3 ore; h. imprevisti-imprevedibili: mi riferisco a quanto si può verificare in ogni anno scolastico e che comporta impegni di ore oltre l’orario dovuto: riunioni straordinarie di consiglio di classe per questioni particolari, riunioni con psicologi per classi con allievi H, assemblee con le famiglie in situazioni problematiche, preparazione di documentazione per allievi che si trasferiscono ad altra scuola, … tutto ciò non è quantificabile, ovviamente, ma non può essere trascurato e una stima prudenziale ci può far pensare ad un ammontare medio di 6-8 ore all’anno.
A conclusione di questo discorso
sull’orario di servizio, e per tirare un po’ le somme, vi riferisco
i risultati di una stima fatta qualche anno fa da un gruppo di
colleghi di Finale Emilia; i loro calcoli, fatti per un docente di
scuola superiore che opera su tre classi e che insegna una materia
che prevede prove scritte, portarono ad un impegno settimanale di
circa 40 ore comprensive di tutti gli impegni che ho fin qui
elencato.
3) ausili
professionali: quella dei docenti è l’unica categoria di
servitori dello Stato che deve provvedere da sé per quanto riguarda
la dotazione strumentale per l’espletamento delle proprie funzioni:
penne, matite, cancelleria in generale, PC e accessori, carta,
inchiostro, manuali di aggiornamento, libri, riviste, giornali, … e
tutto quanto necessario per svolgere al meglio il proprio ruolo;
tutto questo viene offerto gratuitamente dal buon cuore dei docenti
e mai reclamato in nessuna rivendicazione; 4) ore di 55 minuti: questo aspetto è regolamentato da due circolari ministeriali che prevedono la possibilità di ridurre, entro una certa misura, la durata del modulo unitario della lezione, per problemi legati al pendolarismo. Tali riduzioni, dovute a cause di forza maggiore, non vanno recuperate né per i docenti né per gli studenti. Ogni altra riduzione invece va recuperata in modo tale che venga rispettato il monte ore annuale delle singole discipline e non solo l’orario di servizio dovuto dai docenti. Per intenderci se la scuola decide di rendere flessibile l’ora di lezione per esigenze didattiche e non per cause di forza maggiore, deve anche prevedere tutte le modalità per cui ad ogni studente venga garantito il monte ore annuale previsto per ogni disciplina. Normalmente questo si realizza con un allungamento del calendario oltre i 200 giorni minimi previsti dalla norma, per il numero di giorni necessari a pareggiare i conti. In quest’ottica occorre dire che se si conteggiano le durate dei calendari regione per regione, si vede che già queste sono sempre sopra i 200 giorni minimi fino ad arrivare ai 216 della Lombardia. Con tali allungamenti vengono compensate in buona parte le riduzioni operate dalle scuole per motivi didattici. E se questo non basta si allunga ulteriormente il calendario nella singola scuola, spesso anticipando, se possibile (non tutte le regioni lo consentono), l’inizio delle lezioni, altrimenti occorrono dei rientri pomeridiani con tutto quello che questo comporta. Rimangono allora in gioco quelle riduzioni - fino a 30 minuti totali nei giorni in cui si fanno 6 ore di lezione - operate per problemi di trasporto e che non vanno recuperati né per i docenti né per gli studenti. Se questo governo decide che queste non sono più cause di forza maggiore devono spiegarlo alle famiglie di pendolari e non ai docenti, che non si tireranno certo indietro a far durare 5 minuti in più la propria lezione, ma scherziamo?!? Come si può essere così meschini da pensare che i docenti facciano la cresta sulla durata di una lezione per 5 minuti! E anche a mettere insieme la cresta di 5 minuti per ogni ora, si arriva sulle 18 ore a 90 minuti alla settimana (1,5 ore) ampiamente compensate da tutte le attività elencate prima, in particolare ad esempio l’ora di ricevimento settimanale dei genitori che i docenti decidono di regalare alla relazione con le famiglie, o le ore buche che ti costringono comunque a stare a scuola anche nelle ore libere. A questo punto però, se questo può tranquillizzare i nostri detrattori, propongo di batterci perché dal prossimo anno nei giorni da 6 ore si faccia un orario dalle 8 alle 14 e in quelli da 5 si faccia un orario dalle 8 alle 13, a noi docenti non ne deriva alcun danno.
Concludo dicendo che penso proprio che
sia ora di finirla e che occorra portare alle estreme conseguenze le
scelte scellerate di questo governo, senza cercare di tamponarle col
solito volontarismo e rispondendo col dovuto rigore a chi si riempie
la bocca di falso moralismo. |