Circolare iscrizioni: Gianni Gandola e Federico Niccoli, da ScuolaOggi 23.1.2009
Strano modo di procedere quello del Miur.
Come già è stato fatto notare da più parti (vedi ad es. il documento
del Cidi, ecc.) è del tutto irrispettoso, sul piano formale, delle
procedure previste dal nostro sistema legislativo.
Infatti il piano programmatico è un atto
presupposto dei regolamenti attuativi dell’art. 64 e deve però
essere formalmente adottato dopo l’acquisizione dei pareri della
Conferenza Unificata e delle Commissioni Parlamentari; il Ministero
ha acquisito detti pareri sulla base di uno “schema” che ovviamente
non poteva essere il piano; dopo tali pareri il piano, che è il
documento base di tutti i regolamenti, doveva essere adottato
formalmente, si suppone con D. I. di concerto con il Ministro
dell’Economia e delle Finanze. Non risulta però che acquisiti i
pareri sopraindicati, il Ministro abbia adottato con un
provvedimento formale il piano.
A questo punto è chiaro che la C.M. n. 4
del 16 gennaio 2009, quella che detta istruzioni e “indicazioni”
sulle iscrizioni ai vari modelli organizzativi,
è una circolare applicativa di regolamenti
inesistenti. La C.M. prevede specifici modelli didattici (riduzione del tempo scuola, abolizione delle compresenze, ecc.) che costituiscono una illegittima invasione del potere esecutivo nella sfera della didattica che deve essere demandata agli organi della scuola., secondo quanto prevedono le norme sull’autonomia delle istituzioni scolastiche (regolamento, Dpr n.275/1999). A queste considerazioni si aggiunge il fatto che i dirigenti scolastici non sono più, come un tempo, i terminali (presìdi periferici) dell’amministrazione centrale, meri esecutori di norme e direttive calate dall’alto. L’autonomia conferisce alle scuole alcune competenze esclusive, fra cui le modalità di organizzazione dei docenti. Per questo abbiamo sostenuto che sta alle scuole proporre i modelli organizzativi che intendono attuare. Nell’ambito, ovviamente, di quelli previsti dalla normativa. Ma con la facoltà - da parte del consiglio di istituto - di poter individuare tra le opzioni possibili quelle che la scuola ritiene più funzionali rispetto alla propria storia, alla propria esperienza didattica ed al proprio Piano dell’offerta formativa. Appunto. E’ assolutamente corretto e doveroso informare i genitori sui modelli previsti e sulle “opzioni” previste dalla normativa (di quella vigente ed anche di quella “in fieri”, fornendo elementi obiettivi di conoscenza di quanto sta avvenendo, sul piano giuridico e amministrativo). Ma è altrettanto legittimo precisare anche quali sono i modelli che la scuola - ripetiamo, nell’ambito delle opzioni possibili, ma soprattutto nell’ambito del proprio Piano dell’offerta formativa - intende attuare. (In questo senso, anche i modelli prestampati per le iscrizioni debbono, a nostro avviso, essere coerenti con le deliberazioni degli organi collegiali in proposito e riflettere le opzioni orarie e organizzative previste dal POF).
Per questo abbiamo sostenuto che non è
il caso, in questo contesto politico e normativo, di essere più
realisti del re. Non ci sembra proprio opportuno. |