Federalismo fiscale/1:
incognita sul merito delle risorse

da TuttoscuolaNews, N. 377, 26 gennaio 2009

L'aula del Senato ha dato il primo via libera, quasi bipartisan, al disegno di legge delega sul federalismo fiscale, che tra l'altro stabilisce l'autonomia di entrata e di spesa di Regioni, Province e Comuni.

Siamo soltanto all'inizio. Il disegno di legge, in quanto legge costituzionale, deve percorrere un lungo tragitto: alla Camera, di nuovo al Senato ed infine ancora alla Camera.

Sul piano politico tutti i partiti, ad eccezione dell'UDC che ha votato contro, hanno ragione di essere soddisfatti perché dal proprio angolo visuale, maggioranza ed opposizione, possono vedere il bicchiere mezzo pieno. Si tratta per ora, comunque, di un testo sfocato, di un "manifesto dei desideri" perché è privo di previsione di spesa e di copertura finanziaria.

Uno degli obiettivi prioritari della riforma è sostituire gradualmente il criterio della spesa storica con quello dei costi standard per i servizi fondamentali riferiti a sanità, assistenza, istruzione e a tutti gli altri livelli essenziali delle prestazioni (Lep).

Per l'istruzione, l'art. 8 del disegno di legge prevede che nei livelli essenziali sono comprese le spese per i servizi e le prestazioni inerenti all'esercizio del diritto allo studio, nonché le spese per lo svolgimento delle funzioni amministrative attribuite alle Regioni dalle norme vigenti.

Un fatto importante che consente di far rientrare nel meccanismo dei "livelli essenziali" tutte le attività che le Regioni svolgeranno per garantire un'adeguata copertura all'erogazione del servizio d'istruzione e formazione su tutto il territorio nazionale nel rispetto di criteri di efficienza nella gestione della spesa.