LE CLASSI MULTIETNICHE. MILANO
Grande fuga dalle aule Elena Elisa La Stampa 16.1.2009
MILANO Calo di iscrizioni, e ritiri ad anno scolastico iniziato, che i presidi delle elementari milanesi conoscono da tempo e che si sono attrezzati ad affrontare con lezioni speciali, dai corsi di lingua per i genitori ai progetti interculturali di vario genere. Eppure, oggi, c’è di più. Spiega Chiara Conti, dirigente scolastico da otto anni dell’Istituto comprensorio I Narcisi, nella zona Sud-Ovest del capoluogo, dove la presenza di alunni stranieri, 1100 bimbi tra elementari e medie, ha già ampiamente superato il traguardo previsto per il 2050: «Una volta le mamme e i papà si preoccupavano della presenza di immigrati nelle scuole primarie, proprio perché alle elementari bisogna affrontare la prima alfabetizzazione, più lenta e complicata per i bimbi stranieri. Adesso le iscrizioni calano anche nelle scuole secondarie». Perché? «Pregiudizio - risponde la preside -: le famiglie ritengono che se in classe ci sono molti studenti stranieri, l’insegnamento venga meno e che la preparazione dei figli sia svantaggiata. Un’idea - prosegue - che andrebbe capovolta. Gli insegnanti di classi multietniche sono più motivati grazie a stimoli diversi che provengono da bimbi di etnie diverse e i migliori, per concentrazione e risultati, sono diventati proprio loro». I corsi della scuola media Anemoni, a Milano, sono passati da tre a uno. Cresciuti, invece, quelli della elementare i Narcisi dove il numero di iscritti italiani è stato ampiamente sostituito da quello di bimbi stranieri.
La prova del nove
per le scuole primarie e secondarie è di fatto appena partita. In
questi giorni sono incominciate le iscrizioni delle elementari per
il prossimo anno: «Sarò molto attenta per mia figlia, che
frequenterà una prima in centro a Milano, come già ho fatto due anni
fa per quello più grande nella stessa elementare - dice Anna T.,
mamma di Christian, 8 anni e Sara, di 4 -. Il primo giorno, sarò
presente in classe e all’appello ascolterò bene i cognomi dei
compagni. Se quelli stranieri saranno troppi, chiederò subito che
sia trasferita in un’altra sezione». |