Più coraggio ai progetti di speranza

Difendiamo i Figli dai Genitori «Sindacalisti»

Schiavi Giangiacomo Il Corriere della Sera 22.1.2009

Di una scuola che diventa la palestra per piccoli aguzzini e per genitori vendicativi a Quarto Oggiaro si dice che è una cosa normale, capita, non ci si deve stupire, sono anni che va avanti così. Ma sarebbe sbagliato confinare quell'illegalità che si nutre di violenza e ignoranza come un fatto lontano, di una periferia che non ci riguarda. E sarebbe un errore liquidare quell'aggressività da suburra come il derivato di una marginalità che, tutto sommato, non ci tocca.

Quarto Oggiaro, dove i ragazzini di undici anni infilano le bustine di cocaina sotto il sellino degli scooter e in terza media mettono il pugno davanti al naso dell' insegnante, non è un altro mondo, un corpo separato, l'enclave malata di un'altra città. Quarto Oggiaro è Milano: e il bullismo diffuso che assedia le scuole, la mancanza di rispetto a maestre e professori, la violazione di ogni elementare regola di civiltà, non sono per noi un «fatto normale». Sono un' emergenza per Milano. Usciamo subito dall' equivoco del ghetto, dalla semplificazione che offende i cittadini onesti del quartiere.

Quando abbiamo attraversato la zona con il camper, abbiamo visto le facce generose della gente perbene, quella che trova nell' impegno e nel volontariato un antidoto alle paure o ai disagi, e si contrappone alla maschera arrogante dei venditori di droga che sbucano di sera in via Lopez e in via Capuano. Da questi cittadini abbiamo imparato che c' è una speranza da incoraggiare e sostenere e che questa speranza si chiama scuola. C' erano anche le maestre quel giorno, quelle da trincea, che sanno di vivere un' esperienza che impone di indossare l' elmetto.

In una scuola, di notte, qualcuno aveva rubato i computer. C'era rabbia: «Non vedo l' ora di andare in pensione». Ma anche voglia di sfida: «Il materiale umano qui ci dà passioni ed emozioni forti, che lasciano il segno». Una supplente di inglese diceva di essersi trovata di fronte a un alunno, pluriripetente, che dopo un rimprovero si è tolto i pantaloni: uno sfregio. Un' altra raccontava di aver dovuto denunciare i genitori di un ragazzo che entrava in classe e pretendeva di comandare. Il padre e la madre, dopo ogni nota, si presentavano a difendere le ragioni del figlio. «Non si comportano da genitori, ma da sindacalisti». Ma in una quinta elementare una bambina chiedeva alla maestra una lezione di abbracci; a casa, aveva un padre alcolista e una madre malata. «Noi dobbiamo dare una speranza al suo futuro».

A Quarto Oggiaro chi insegna deve dare speranze e difendere i figli dai genitori-sindacalisti, maneschi e violenti, che offendono ogni regola di civile convivenza, come quelli che si sono presentati davanti alla professoressa dell' istituto Trilussa. Questi insegnanti vanno aiutati e incoraggiati di più. Il loro progetto educativo non deve cadere: facciamo qualcosa contro le violenze che cancellano tante speranze.