Scuola, Gelmini: «Sul voto in condotta
decideranno i professori»
«Gli
sms non sostituiranno i colloqui tra docenti e genitorie
per risolvere la crisi riforma dell'istruzione tecnica»
Il Messaggero,
28.1.2009
ROMA (28 gennaio) - Gli
sms per avvertire i genitori sulle assenze dei figli a scuola
«non sostituiranno certo i colloqui tra professori e famiglie». Lo
assicura il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che
chiarisce anche i termini di applicazione
del voto in condotta che, come annunciato ieri, farà media.
«Lasceremo alle scuole, alla valutazione degli insegnanti, caso per
caso, come applicare il voto in condotta e dunque decidere l'esito
finale» ha sottolineato il ministro che respinge la polemica «priva
di qualsiasi fondamento nata su un ipotetico passo indietro del
Ministero su questa questione». Il ministro ha ribadito l'importanza
del voto in condotta per contrastare i fenomeni di bullismo e quella
di «affermare la necessità di una scuola che, accanto alle varie
discipline, insegna anche i comportamenti più corretti».
La crisi e l'istruzione tecnica.
Secondo il ministro la riforma dell'istruzione tecnica «è la
migliore risposta alla crisi economica» perché consente di
offrire ai ragazzi un percorso di studio che sia poi una garanzia
per trovare lavoro. E poi cita i dati: a fronte di oltre 200.000
richieste di diplomati nei tecnici la scuola ne fornisce circa
135.000. Il ministro Gelmini ha quindi dato atto alla cosiddetta
«commissione De Toni» di aver fatto «un preziosissimo lavoro».
Eliminare certi preconcetti. Ma
per procedere con la riforma si devono evitare certi preconcetti
come quello secondo il quale si «vogliono trasformare le scuole in
aziende, che non esiste e che nessuno vuole» o «la privatizzare la
scuola pubblica, anch'essa inesistente». Si deve piuttosto pensare a
un consiglio di amministrazione. Il ministro ha poi osservato che
«l'auspicabile» autonomia delle scuole deve essere bilanciata da
meccanismi di valutazione esterna, «non per sanzionare ma per
verificare come le risorse vengono impiegate e per garantire
miglioramenti di tutto il sistema». Ha poi lanciato la proposta che
in ogni regione, in ogni realtà del Paese si incentivino incontri
per discutere del tema dell'istruzione tecnica, ma le riforme - ha
ammonito «alla fine si devono fare e devono essere durevoli, non si
può ricominciare ogni volta da capo». A migliorare quanto già messo
nero su bianco, secondo il ministro, possono contribuire anche le
sperimentazioni che si possono avviare da qui al 2010, data a cui è
stata rinviata l'applicazione della riforma delle superiori.