Scuola, compresenze addio

La riflessione La scure del team Gelmini-Tremonti si è abbattuta anche sulle presenze congiunte degli insegnanti contitolari delle classi elementari - finora quattro ore sulle quaranta settimanali -rendendo così impossibile lo svolgimento di alcune importanti attività didattiche

 Norma Bertullacelli* da Aprile On Line.info, 21.1.2009 

"Compresenze nella scuola dell'obbligo": su di esse si è abbattuta, inesorabile, la scure della coppia Gelmini - Tremonti, che le ritengono un lusso che non possiamo permetterci. Secondo i due ministri, infatti, anche nelle classi a quaranta ore si avrà una rotazione di insegnanti che non prevederà più, come invece avviene oggi, momenti di compresenza tra i due insegnanti. "Uno entra, l'altro esce", ha esplicitato, efficacemente, il ministro.

Ma che cosa si fa (o sarebbe forse il caso di dire "si faceva") a scuola in queste ore? E quante sono?

La scuola Anna Frank di Genova, dieci classi dalla prima alla quinta elementare, è stata una delle prime ad organizzarsi interamente a tempo pieno. Le due insegnanti contitolari che si alternano sulla classe dispongono oggi di quattro ore settimanali di compresenza, cioè svolgono insieme le proprie attività, secondo un piano di programmazione stabilito all'inizio dell'anno scolastico.

Ogni classe ha le proprie caratteristiche e le proprie necessità, ma si possono indicare attività che sono comuni a tutti i team docenti. E si tratta sempre di attività che è impossibile svolgere con la tradizionale lezione frontale.

Informatica. Nessuno può ormai ignorare il computer, e le stesse indicazioni ministeriali invitano gli insegnanti a promuoverne l'uso presso gli alunni. Ma è impossibile insegnare contemporaneamente ad una classe intera a servirsi del mouse, ad accendere e spegnere correttamente la macchina, ad esplorare le molteplici possibilità di gioco, lettura e scrittura. Nelle ore di compresenza si formano gruppi più piccoli, ed ogni bambino può mettere le mani sul computer e sperimentarne direttamente l'uso.

Ricerca Svolgere una ricerca "non è", come alcuni pensano, copiare brani incomprensibili o incompresi da un libro trovato in casa o in una biblioteca. Nella nostra scuola, una volta individuato un argomento da approfondire, siamo soliti stabilire un ordine di argomenti, porci delle domande e andare a cercare le risposte sui libri presenti o no a scuola. Spesso il risultato della ricerca diventa una sorta di libro, illustrato e rilegato dai bambini stessi. Non è mai una banale copiatura. Tutto questo richiede la presenza e la collaborazione dell'insegnante, possibile solo in un piccolo gruppo. Mentre alcuni bambini svolgono con un'insegnante l'attività di ricerca il resto della classe, a rotazione, lavora con l'altra insegnante

Scienze Le nuove "indicazioni nazionali", come gli ottimi programmi del 1985, raccomandano di insegnare le scienze in modo sperimentale. Ma l'esperimento più utile non è certo quello compiuto, come una sorta di gioco di prestigio, dall'insegnante di fronte alla classe. E' proposto a verifica di un'ipotesi, e direttamente eseguito, dagli alunni stessi. Ancora una volta, si tratta di attività impossibili da eseguire con una classe al completo.

Uscite Dalla nostra scuola si esce spesso: per visite guidate, per andare al cinema, a teatro, al museo, in biblioteca, in piscina; ci si serve di preferenza di mezzi pubblici. E' anche abbastanza frequente, con i più grandi, compiere piccoli viaggi che prevedano una o due notti fuori casa. E' sempre, come è facile intuire, un'esperienza felice e stimolante per i bambini; in modo particolare per quelli che hanno in famiglia meno opportunità. Anche a questo lusso dovremo rinunciare: come si può prevedere che un solo insegnante possa assumersi un compito così gravoso da solo?

Classi aperte: Durante le attività di "classi aperte" i gruppi si mescolano. I bambini si trovano con compagni della classe vicina, e ogni insegnante mette a disposizione di tutti, a rotazione, le proprie competenze: musica, pittura, teatro, bricolage, scacchi. Ma le classi aperte richiedono le compresenze: alcune attività sono possibili solo nel piccolo gruppo; e tutte sono certamente più vantaggiose se svolte in un gruppo meno numeroso

Recupero: Non tutti gli alunni sono ugualmente pronti; lavorare in piccoli gruppi è una risorsa preziosa per gli alunni in difficoltà. Nella nostra scuola siamo convinti che il recupero non possa consistere in un semplice "ripasso" ma debba offrire anche a chi è, per qualsiasi motivo, svantaggiato, un sereno superamento di tutte le fasi dello sviluppo.

E' sempre più difficile ottenere insegnanti di sostegno per gli alunni diversamente abili; ed è sempre più difficile che l'handicap venga riconosciuto. Anche in questi casi la compresenza di due insegnanti è una risorsa preziosa.

I leghisti hanno proposto, facendoci indignare, "classi ghetto" per i bambini di madre lingua diversa dall'italiano.

Non condividiamo l'ottimismo di chi afferma che basta inserirli nelle classi di appartenenza perché imparino l'italiano senza difficoltà; e dobbiamo prendere atto che negli anni di scuola superiore il loro successo scolastico è minore. Nella nostra scuola, fino ad ora, una parte delle ore di compresenza di alcune classi era dedicata all'insegnamento della lingua italiana ai bambini stranieri. Ma Berlusconi, Gelmini e Tremonti hanno decretato che non possiamo più permetterci questi lussi. "Un insegnante entra, l'altro esce ".

* Insegnante della scuola "Anna Frank" di Genova