«È indispensabile per qualsiasi tipo di lavoro»
Il ministro Gelmini Giulio Benedetti, Il Corriere della Sera 17.1.2009
ROMA — Troppo inglese nella scuola italiana. A bacchettare il
ministro Gelmini è il commissario europeo al multilinguismo che
accusa il nostro sistema di istruzione di essere eccessivamente
anglofono e di non tener conto della sensibilità europea per la pari
dignità degli idiomi del vecchio continente. Tutto nasce dalla
facoltà concessa alle famiglie di estendere a 5 ore settimanali
questa lingua nelle medie a scapito della seconda lingua europea.
«Purtroppo nell'insegnamento delle lingue straniere e dell'inglese
che è la più richiesta c'è un problema riguardante la didattica.
Poiché gli insegnanti non sono sempre di madre lingua, spesso
tendono ad insegnarlo dando molto risalto alla grammatica e alla
letteratura piuttosto che alla conversazione. Si parla poco e quindi
si apprende poco. Per questo stiamo mettendo a punto un piano di
aggiornamento della didattica e al tempo stesso offriamo la
possibilità a chi lo chiede di potenziare lo studio di questa
lingua».
«Lo sanno tutti che lo studio dell'inglese è indispensabile per
qualunque tipo di lavoro. Non è un caso che le famiglie italiane
durante l'estate iscrivano i figli a corsi di lingua inglese che si
svolgono all'estero, quando non li iscrivono addirittura durante
l'anno».
«Non siamo affatto contrari alla direttiva Ue che sollecita lo
studio di due lingue comunitarie. Nella riforma delle superiori
appare chiaro il potenziamento delle lingue europee. Il linguistico
ne prevede tre, il coreutico e musicale due. Nei tecnici si studierà
obbligatoriamente l'inglese per 5 anni più una seconda lingua
facoltativa. Nell'indirizzo economico e turistico se ne insegneranno
rispettivamente due e tre. Nel triennio del classico è stata
introdotta ex novo la lingua straniera. Stiamo facendo un grosso
sforzo».
«Questi rischi di egemonia dell'inglese non li vedo. Mi piacerebbe
che il commissario al multilinguismo si dedicasse in sede europea
alla difesa della lingua italiana con lo stesso impegno che dimostra
nella difesa del francese, tedesco e spagnolo». |