Cara ministro Gelmini, altro che sms e e-mail:
meglio i rapporti diretti tra genitori e prof

Non credo che la scuola si avvicini alla famiglia grazie agli sms e a internet. Io la vedo così: non consegnare (più) la pagella allo studente, per riaverla firmata (quando non falsificata) ma convocare a scuola il padre o chi ne fa le veci, mostrargliela e discuterne...

Marcello D'Orta, Quotidiano.net 26.1.2009

CARO MINISTRO GELMINI,

IL TELEFONO di Gennaro Esposito emette alcuni bip. Gennaro Esposito lascia l’attrezzo di lavoro, mette la mano in tasca, prende il cellulare e legge il messaggio: «Egregio signor Esposito, la informiamo che suo figlio Vincenzo non è venuto a scuola. Distinti saluti. Direzione didattica eccetera».

Gennaro Esposito allarga le braccia, infastidito dall’ennesima interruzione del lavoro (fa il carrozziere), e con santa pazienza risponde al messaggio: «Lo so. E’ a lavorare con me». Ho presentato un caso limite, per dir così. Ma è proprio “limite”? In Campania, i ragazzi in età scolare impegnati nel lavoro nero sono centomila. Questi i dati ufficiali. In realtà sono molto di più.

Inviare sms ai genitori dei ragazzi assenti a scuola, mi pare un affare solo per i gestori telefonici. Il fatto è che i babbi e le mamme dei ragazzi non solo non danno gran che peso alle loro bigiate (molti, anzi, sostengono che “s’adda fa”, perché è l’età.) ma anche alle loro bocciature, come si evince dai sempre più numerosi ricorsi al Tar. Per un rimprovero di troppo, poi, distribuiscono mazzate agli insegnanti (mazzate cui concorrono volentieri le nonne, come nel recente episodio di Milano).

Ai miei tempi le pagelle si consegnavano ogni trimestre, e su di esse era segnato anche il numero delle assenze. Un genitore, prima di firmarla, poteva decidere se accarezzare la testa al figlio o spaccargliela. E a proposito di pagelle. Per avvicinare la scuola alle famiglie, si pensa di inviare on-line la scheda di valutazione. A parte che un programma di sabotaggio creato ad hoc può modificare un testo o cambiare un numero in un altro, anche qui vale il nostro discorso.

Non si tratta infatti di ponti gettati tra scuola e famiglia, ma di ulteriori abissi scavati. I rapporti interpersonali tra genitori e insegnanti sono fondamentali, come si capì già nel 1974, quando furono istituiti i “decreti delegati”. Non credo che la scuola si avvicini alla famiglia grazie agli sms e a internet; lodo lo sforzo suo e del ministro Brunetta, ma a mio avviso, l’utilizzo di internet e del telefonino è sbagliato. Io la vedo così: non consegnare (più) la pagella allo studente, per riaverla firmata (quando non falsificata) ma convocare a scuola il padre o chi ne fa le veci, mostrargliela e discuterne. Nella stessa occasione si conterà il numero delle assenze. Ai genitori inadempienti sarà inviato un sms con la scritta: «Si presenti domani accompagnato da suo figlio».