Intervista al ministro ombra del PD per gli affari regionali
Bastico: sul federalismo scolastico
l’accordo è possibile

da Tuttoscuola, 29 gennaio 2009

Il disegno di legge delega sul federalismo fiscale, approvato in prima lettura dal Senato il 22 gennaio, rappresenta un importante passo avanti, che dà concretezza al dibattito sul nuovo assetto federale delle Stato. Un dibattito reso ancora più urgente dai contenuti eccessivamente generici del ddl, che di fatto costituisce una delega in bianco data dal Parlamento al Governo.

Non a caso il ministro dell'Economia Tremonti nel suo intervento al Senato ha affermato che per l'eccessivo numero di variabili oggi è impossibile definire la spesa che il federalismo comporta, e che comunque ha già attivato una linea di acquisizione dei dati finanziari per giungere poi d'intesa con regioni ed enti locali alla determinazione del fabbisogno.

Il federalismo ha implicazioni dirette sui criteri e le modalità di finanziamento della "funzione" istruzione anche sul settore dell'istruzione e formazione. Queste ricadute segnano ancor di più l'urgenza dell'attuazione del nuovo Titolo V della Costituzione per quanto concerne il settore istruzione, sulla base anche della proposta di accordo quadro approvato dalla Conferenza delle regioni nell'ottobre scorso, e attualmente all'attenzione della Conferenza unificata.

Su un tema così delicato Tuttoscuola apre un dibattito, con un'intervista alla senatrice Mariangela Bastico, ministro ombra degli affari regionali ed ex viceministro dell'istruzione nel Governo Prodi.

 

Senatrice Bastico, da qualche tempo si avverte uno spirito di maggiore disponibilità a trovare accordi tra maggioranza e opposizione sulla delicata questione del cosiddetto federalismo scolastico. In che modo è maturato questo nuovo clima?

"Nel progetto originario del Governo la scuola, con la sanità e l'assistenza, era tra le materie di competenza regionale finanziate sulla base dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP). Di conseguenza, l'istruzione, ad eccezione delle norme generali e dei principi fondamentali (art. 117 della Costituzione) sarebbe stata trasferita alle Regioni, inclusa la dipendenza del personale dirigenziale, docente e non docente, dal momento che le risorse finanziarie venivano attribuite, attraverso tributi propri o compartecipazioni ai tributi erariali, alle Regioni. Ma a seguito di un dibattito, che è stato molto intenso ed approfondito, la maggioranza ha accolto in Commissione e poi in Aula modifiche sostanziali a questa normativa, avanzate dal Partito Democratico. Altre profonde modifiche sono state apportate al testo originario, passando, lo dico in modo sintetico, da un federalismo ‘egoistico' ad uno ‘responsabile'".

 

Quali sono le principali novità?

"Toccano soprattutto tre temi: diritto allo studio, edilizia scolastica e asili nido".

 

Partiamo dal diritto allo studio, un concetto piuttosto ampio...

"Nel testo definitivamente approvato vengono finanziati, sulla base dei LEP, il diritto allo studio e le funzioni in materia di istruzione svolte dalle Regioni sulla base delle norme vigenti (Leggi Bassanini). Per il diritto allo studio si intende il sostegno sia all'accesso all'istruzione (borse di studio, libri di testo, mense, trasporti...), sia al successo scolastico (lotta alla dispersione e all'abbandono, progetti di innovazione didattica, corsi di recupero e di sostegno ai ragazzi in difficoltà)".

 

Cosa cambierà?

"Oggi questa materia è affidata all'esclusiva competenza delle Regioni, ed è finanziata con limitatissimi fondi statali, con enormi disparità nelle prestazioni offerte e, quindi, nella fruizione dei diritti da parte degli studenti. In futuro la copertura integrale dei costi, calcolati sulla base dei LEP, eliminerà le attuali, grandi disparità".

 

Passiamo all'edilizia scolastica, di cui nel testo originario non si parlava affatto.

"È vero. E' stata invece inserita nel testo definitivo, come competenza dei Comuni per le scuole del primo ciclo e delle Province per quelle del secondo ciclo. Ed è stata identificata come "funzione fondamentale", e quindi interamente coperta. Anche in questo caso si rimedia alla storica inadeguatezza delle risorse dedicate dallo Stato, a supporto di quelle degli enti locali, per fronteggiare le situazione di emergenza per gli edifici scolastici".

 

E infine gli asili nido...

"Sono stati inclusi tra le funzioni fondamentali dei Comuni in materia scolastica ed educativa, e i loro costi, oggi a carico di Comuni e Regioni, sono integralmente coperti. Lo considero un fatto molto importante, considerate le enormi disparità tra Regioni in relazione all'offerta quantitativa e qualitativa degli asili nido, oggi integralmente a carico di Comuni e Regioni".

 

Ma le Regioni non sono tutte uguali, difficilmente potranno procedere alla stessa velocità. E' stato previsto qualche meccanismo che regoli questa questione?

"E' stata introdotta una norma che affida ad un'intesa Stato-Regioni la possibilità di estendere la competenza regionale in materia di istruzione, aprendo così la possibilità, laddove ci siano volontà politiche e istituzionali, di incrementare il ruolo delle Regioni e degli enti locali sull'istruzione, dando un'attuazione più ampia alla norma costituzionale che attribuisce l'istruzione alla competenza "concorrente" tra Stato e Regioni".

 

Veniamo al punto cruciale. Come verrà realizzato il finanziamento di questo nuovo assetto delle competenze?

"Non ci saranno più trasferimenti da parte dello Stato, né fondi dedicati. Il progetto di legge sul federalismo fiscale prevede, infatti, autonomia fiscale per Regioni, Province e Comuni, da attuarsi con imposte proprie, aliquote riservate e compartecipazioni sui grandi tributi erariali. Questo prelievo fiscale dovrà finanziare integralmente, sulla base dei livelli essenziali e dei costi standard (che sostituiranno progressivamente la spesa storica), le funzioni fondamentali di Comuni, Province e Regioni.

Per i territori disagiati, a minore capacità contributiva, le funzioni fondamentali verranno garantite, oltre che da entrate proprie, da quote del fondo nazionale di perequazione per le Regioni e gli enti locali".