Confidenze ministeriali

di Aristarco Ammazzacaffè, da ScuolaOggi 7.1.2009

C’è un gran parlare in giro del Regolamento sulla valutazione, a seguito del ritorno ai voti nella scuola del primo ciclo e al nuovo peso della condotta.

La cosa non sembra andare giù al pianeta degli interessati – o almeno ai più –. E tutti (o quasi) a cercare il bandolo della matassa, con un preciso obiettivo in testa: trovare il vero responsabile (come se fosse semplice in viale Trastevere).

E tutti comunque a prendersela con l’incompetenza del Ministro.

Posso dire la mia? Conveniamone pure, perché è così. Sulla incompetenza, intendo. Ma giù le mani da MaryStar. Non insinuiamo. Alla riscoperta del voto lei ci è arrivata con la sua testa (anche se mancano conferme).

Probabilmente, su qualche passaggio del Regolamento citato, si è permessa qualche distrazione di troppo. Mi chiedo però: - Ma allora, perché uno è ministro? -

Comunque, sembra, da fonte certa-quanto-basta, che lei abbia intuito da sola che qualche incongruenza, nel Regolamento sulla valutazione, effettivamente c’è. E che, ad esempio, certificare le competenze in decimi è più complicato che fare contrattazione nelle scuole (sembra); così come prevedere, a conclusione della scuola primaria, una doppia uscita (voto e certificazione) è una pretesa sensata come i cavoli a merenda.

D’altra parte, la stessa doppia-opzione-col-trucco, per la fine del primo ciclo (il voto “si deve”, la certificazione “si può”), pare che l’abbia sottoscritta e condivisa, ma a sua insaputa.

(Non si è chiarito come. Ma non siamo qui per indagare).

A dire il vero, secondo le fonti di cui sopra, anche sulla storia della riscoperta del maestro unico, la ministra ha ammesso di averci le sue perplessità. E che si è fidata troppo di Tremonti; ma non sa se ha fatto bene. - “Perché quello è un furbo e pensa solo a fare bella figura lui”- (Testuale, o quasi).

In effetti – ha fatto capire alle sue amiche -, un unico maestro per classe, per tutto il tempo e per tutti gli insegnamenti, oggi come oggi, non è cosa né igienica né saggia. Glielo ha detto anche la mamma. Ma lei, appunto, per fare un favore agli amici e soprattutto a Giulio, non ha saputo dire di no. E, ora che non si può fare marcia indietro, qualche dubbio le viene. Così; più o meno.

A questo punto, non so se si è capito; ma noi siamo toto corde con la ministra. E le cose che diciamo, le diciamo a ragion veduta e con la dovuta considerazione. Che nasce anche dall’avere avuto tra le mani una sua nota apocrifa, ma veritiera. Per quanto.

A proposito della quale, devo riconoscere che i livelli di riflessività e la schiettezza del suo sfogo raggiungono altezze che neanche Messner. Richiamo solo un punto: quello dove, a proposito di certificazione, si chiede preoccupata: “Ma questa storia delle competenze, non potevano farla un po’ più semplice? Non entra proprio in testa. Non perché non ci arrivi. Anche questo. Ma perché è troppo complicata”. (Non so se è vera, ma è venuta così. Comunque).

Molto toccante è anche la parte finale, dove, con meritoria schiettezza, ma anche accortezza (che mi sembra eccessivo: indagare!), invita i suoi confidenti a non dire in giro queste cose. – C’è il rischio, altrimenti, che perda il posto. E con quello che so fare, è grigia. D’altra parte, sapete che io sono come il mio vocabolario: “basic”; e fors’anche “elementary” [Però!]. Quando sento parole come “curricolo disciplinare” o “progettazione educativa” o “valutazione diagnostica”, mi impressiono. Non mi manca l’ambizione, me lo dice anche Silvio. E neanche l’istruzione. Questo me lo ricorda sempre la mamma, che ha tribolato tanto per darmela (Veramente, per questo, devo dire grazie anche alle suore della mia scuola e ricordarmi di aumentare i contributi prima che ci pensino tutti gli altri colleghi del Consiglio. Che ci rimedio una brutta figura). Però, non si può pretendere che una, messa lì a caso - che la gente si chiede giustamente: ‘ma com’è?’ -, possa capire le astruserie del mondo della scuola. Sono cose complicate e neanche compatibili con i miei occhialetti catarifrangenti e il mio maglioncino ‘YouTube’, a cui tengo molto”.

Anche altro disse. Ma la nostra fantasia è quella che è. Quindi.

Come sia e come non sia, noi, queste sue considerazioni, comunque, le condividiamo totalmente. E le apprezziamo.

Anche perché a noi la ministra piace così. E ancora più dello stesso Statista di Arcore e Brianza (col suo 102 % di share su tutti i canali, per sua stessa ammissione).

However, let’s enjoy MaryStar!

(Che la Madonna ce la conservi a lungo).