Scuola In arrivo le richieste di ritiro.
Duemila prof pronti alla pensione I sindacati: sono soprattutto maestre, preoccupate per la riforma In fuga, soprattutto, le donne che lavorano alle elementari: «Con le novità del maestro unico non se la sentono di continuare» La scadenza I docenti hanno tre settimane per decidere se lasciare, chiedere una proroga oppure un incarico part-time Sacchi Annachiara, Il Corriere della Sera 5.1.2009 Sono in pochi ad avere dubbi. «Con i tempi che corrono, meglio lasciare». Compileranno il modulo entro il 26 gennaio e diranno addio a cattedra, studenti, colleghi, registri. Fuga dalla scuola. E da Brunetta. Sono circa duemila i docenti che a breve dovranno decidere del loro futuro. Tra questi, anche un centinaio di precari. Uno su venti. Chi può - con l' eccezione dei presidi - ne approfitta. I requisiti: possono ritirarsi le donne che hanno compiuto i 60 anni, gli uomini di 65 e i prof che, superati i 58, hanno almeno 35 anni di anzianità. Tre settimane per decidere. Se lasciare, chiedere una proroga (ma non è così semplice: oggi da viale Trastevere dovrebbe arrivare una circolare con i nuovi regolamenti), o cercare di ottenere il part-time. Perché tra i possibili pensionati ci sono docenti e bidelli ancora in graduatoria: solo contratti a termine. Anno di nascita: tra il 1944 e il ' 48. Una vita da precario. E decenni di contributi versati.
Sono le donne, fa sapere Leonardo Donofrio di Iuniscuola, le più
determinate a lasciare l' insegnamento: «Sono preoccupate - spiega
il sindacalista - per l' innalzamento dell' età pensionabile». Il 30
per cento, circa 600, lavora alle elementari: «Con le novità del
maestro unico - conclude Donofrio - non se la sentono di
continuare». Ma se i docenti scappano, i capi di istituto vogliono
rimanere. Anche quelli che hanno più di 40 anni di anzianità.
Affezione al lavoro, senso del dovere, gratificazione. I motivi sono
tanti. «Ma non è chiaro - puntualizza Rita Frigerio, segretario di
Cisl scuola - se potranno continuare». Lo dice la legge 133. «Per
chi supera i 4 decenni di lavoro, la possibilità di rimanere in
servizio non è più automatica, ma a discrezione dell'
amministrazione», dicono i sindacalisti. E così il direttore
scolastico regionale decide sul destino dei presidi, il dirigente
scolastico su quello dei docenti. «In questa operazione serviranno
trasparenza ed equità», ammonisce Rita Frigerio. Presidi veterani
all' attacco. «Come fanno a sostituirci?», sorride Michele D' Elia,
a capo dello scientifico Vittorio Veneto e pietra miliare della
scuola milanese. «Un terzo dei nostri istituti è senza guida».
Chiosa di Francesca Lavizzari, altra istituzione cittadina: «Meglio
che ci tengano stretti». E poi non conviene: «Colleghi in pensione
da due anni non hanno ancora visto la liquidazione». Dirigenti alla
riscossa. Con un esempio da seguire: il provveditore, Antonio
Lupacchino, vanta 43 anni di servizio. |