UNIVERSITA'

Il The Times boccia l'Italia Gelmini,
serve un cambiamento

"Eliminare sprechi, sedi e corsi inutili. Necessaria meritocratica"

 La Stampa 16.2.2009

ROMA
Prendendo spunto dalla classifica annuale del prestigioso quotidiano britannico “The Times” che boccia l’università italiana, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini rilancia: la «impietosa classifica si riferisce agli anni in cui governava il centrosinistra» - sottolinea in una nota - ma ora «è finita un’epoca, bisogna avere il coraggio di cambiare», e «il problema non è quanto si spende ma come si spendono i soldi»; quindi, spiega il ministro, la ricetta è «eliminare gli sprechi, le sedi e i corsi inutili», ovvero «rivedere completamente la nostra università: è necessario renderla meritocratica».

La classifica del quotidiano britannico The Times sulle migliori università del mondo boccia, infatti, l’Italia: un solo ateneo nostrano tra le prime duecento, ovvero Bologna che si piazza al 192esimo posto, perdendo 19 posizioni rispetto allo scorso anno, mentre “La Sapienza” di Roma si piazza al 205esimo posto, il Politecnico di Milano al 291esimo, l’Università di Padova al 296esimo. “Cassata” la Bocconi di Milano, che non figura nemmeno tra le prime 400.

«La classifica pubblicata dal Times dimostra che il sistema universitario italiano vive una fase veramente difficile», commenta Gelmini in una nota, aggiungendo: «I problemi sono strutturali e di sistema. Non sono, come qualcuno ha detto più per motivi di lotta politica che per una analisi tecnica della realtà, legati alla quantità di risorse che si investono nell’università». Secondo il ministro «questo è un falso problema», perché «tutti gli indicatori internazionali stabiliscono che non c’è correlazione tra quanto si spende per l’università e la sua qualità».

In sintesi «il problema non è quanto si spende ma come si spendono i soldi dei cittadini», sottolinea Gelmini ricordando che «l’Italia spende come la Germania eppure ha un sistema universitario peggiore».

E la soluzione è quindi un’altra: «Bisogna piuttosto eliminare gli sprechi, le sedi e i corsi inutili, dobbiamo rivedere completamente la nostra università: è necessario renderla meritocratica», spiega il ministro dell’Istruzione, concludendo con un attacco ai predecessori di centrosinistra: «Voglio anche osservare che questa impietosa classifica si riferisce agli anni in cui governava il centrosinistra, quindi molto prima dei famigerati tagli dell’attuale Governo. Ciò significa che l’università italiana non va bene per problemi e gestioni non trasparenti che durano da decenni e non certo a causa del governo Berlusconi».