Università, Napolitano al governo: rivedere tagli, ricerca leva
dello sviluppo
Gelmini: vogliamo eliminare gli sprechi.
Brunetta: nessun
taglio indiscriminato. Il Pd: l'esecutivo ascolti il Quirinale
Il Gazzettino
23.2.2009
PERUGIA (23 febbraio)
- I tagli all'Università decisi dal governo vanno ripensati e
rivisti. Lo dice il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Vogliamo eliminare gli sprechi, è stata la replica del governo.
«Mi auguro che siano maturi i tempi per
ripensare e rivedere scelte dibilancio improntate a tagli
indiscriminati», ha affermato il capo dello Stato in un discorso
all'Università di Perugia. Napolitano ha rinnovato poi l'appello a
definire le riforme per l'Università senza abbandonarsi a
generalizzazioni liquidatorie, guardando i singoli atenei in base ai
risultati e ai problemi della ricerca «con coraggio» e considerando
ciò che accade in Europa e nel Mondo in questo settore e che «può
suggerire» delle soluzioni.
Il
presidente della Repubblica era a Perugia per la cerimonia
conclusiva delle celebrazioni del settimo centenario di fondazione
dell'Università della città. Quando ha lasciato l'aula magna, prima
di risalire in auto, Napolitano ha salutato e stretto la mano ad
alcune delle tante persone che lo hanno applaudito calorosamente
all'esterno dell'ateneo.
La ricerca e la formazione sono la «leva
dello sviluppo», ha detto ancora il presidente della
Repubblica. Lo sono, ha aggiunto, soprattutto di fronte alla crisi
internazionale. Lo sviluppo è sempre più fondato sulla conoscenza e
sull'innovazione. Senza queste risorse le nostre economie non
potranno reggere alla competizione mondiale.
«È una
verità difficilmente contestabile e apparentemente non è contestata
anche nel nostro Paese. Ma - ha detto il presidente della Repubblica
- si tarda a trarne tutte le conseguenze e le necessarie
implicazioni. Lo dico perchè è un tema cruciale ed è mio dovere
costituzionale fare questo e altri richiami pubblici».
Napolitano ha concluso il suo appello rivolgendosi a «tutte le forze
responsabili del Paese» affinché si impegnino a difendere,
potenziare, valorizzare tutte le risorse di capitale umano «evitando
la dispersione di talenti e risultati troppo spesso sottovalutati».
La replica del governo. «Le
preoccupazioni del presidente Napolitano sono anche le
preoccupazioni del governo», ha commentato il ministro
dell'Istruzione Mariastella Gelmini. «La Ricerca e l’Università - ha
aggiunto - sono alla base dello sviluppo di un Paese, ma è
altrettanto vero, però, che in questa fase di difficoltà economica
internazionale è necessario investire il denaro pubblico con grande
attenzione e oculatezza. Per questo bisogna tutelare al massimo le
tante realtà di eccellenza presenti in Italia. Tuttavia è nostro
dovere amministrativo e morale eliminare gli sprechi e le spese non
necessarie accumulate negli anni a causa di gestioni universitarie
poco efficaci».
«Ci sono
ampi margini per migliorare le modalità di spesa degli atenei e per
destinare fondi alla ricerca e alle università più virtuose - ha
continuato -. Il Governo con il decreto legge sull’università ha
deciso di destinare più fondi alle università migliori e di creare
4000 nuovi posti da ricercatore. Ha deciso inoltre di mettere un
freno al moltiplicarsi di corsi e sedi distaccate. La crisi
economica internazionale deve trasformarsi in una grande opportunità
per rivedere il sistema di Istruzione in Italia, un sistema in cui
il problema principale non è quanto si spende ma come vengono spese
le risorse pubbliche».
«Non hanno voluto ascoltare l'opposizione,
si dia ascolto almeno all'autorevole voce del Presidente della
Repubblica, e si inverta la marcia per dare speranze ai nostri
giovani». Così Manuela Ghizzoni, capogruppo in commissione Cultura
alla Camera del Pd. «Già a luglio - spiega la parlamentare del Pd -
in completa solitudine, abbiamo rilevato come i tagli imposti dalla
manovra estiva di Tremonti avrebbero portato molti atenei al
collasso tra il 2010 e il 2011. Le responsabilità di questo stato di
cose sono del Governo che con la politica dei tagli al sapere ha
compromesso la didattica e la ricerca universitaria, fattori
strategici che costituiscono il volano per la
crescita di ogni economia».
Il finanziamento dell'università «è un tema
centrale» dal quale dipende «la sopravvivenza della
massima istituzione formativa del nostro Paese». Lo sottolinea il
Presidente della Conferenza dei rettori (Crui), Enrico Decleva,
ringraziando il presidente della Repubblica, «per la sua continua
attenzione alle questioni riguardanti il sistema universitario».
Rettore Perugia: università da ripensare.
La recessione mondiale apre un «inquietante scenario» dove «tutto è
in discussione» ed anche le «finalità e le funzioni dell' Università
sono da ripensare». Lo ha detto davanti al presidente della
repubblica il rettore dell' ateneo perugino, Francesco Bistoni,
sottolineando però che l'«Università è un bene pubblico e un
patrimonio di una nazione».