Padova. Studentessa molestata,
preside nei guai per non aver denunciato il fatto

Deferito dalla questura. La difesa: «Attendevo il rapporto interno».
La madre della 15enne: «Strada infrequentabile»

di Matteo Bernardini Il Gazzettino 19.2.2009

PADOVA (19 febbraio) - «Mia figlia frequenta l’Istituto di Formazione-lavoro di via Tommaseo volentieri. È una scuola che le piace, ma ha paura. Ha paura quando al mattino deve fare la strada per arrivare in classe. Martedì erano circa le 8 quando mi ha chiamato sconvolta. Mi ripeteva che cinque persone di colore l’avevano seguita, raggiunta, e avevano cercato di aprirle lo zaino.

 Le ho subito detto di ripararsi in un bar, ma avevo il cuore in gola perché ero lontana da lei e non sapevo come fare per aiutarla».

La mamma della studentessa quindicenne avvicinata e molestata da un gruppetto di extracomunitari sotto ai portici di via Nicolò Tommaseo, mentre stava cercando di raggiungere la sede della scuola di estetica al civico 13 della strada, parla e racconta l’episodio accaduto alla figlia ancora con la voce rotta dall’emozione.

«Sentivo mia figlia spaventata, impaurita, ma non potevo intervenire. Non potevo difenderla – ripete - E questo per una mamma è sconvolgente. Le raccomando, ogni mattina, di stare sempre vicino a qualcuno mentre compie il percorso per andare a scuola, però non si può continuare a vivere così, nell’angoscia. Altre ragazzine, qualche settimana fa, sono state molestate da un ragazzo nigeriano che bazzicava il sottoportico della scuola. Non è possibile. Mi recherò dalle forze dell’ordine per denunciare quello che è successo a mia figlia. Bisogna che certi fatti vengano resi noti.

E in Questura, ieri, si è recato anche il direttore della scuola Formazione-lavoro, Marco Spiandorello, che è stato deferito per “inosservanza dei provvedimenti d’autorità” non avendo tempestivamente sporto denuncia per quanto accaduto alla sua studentessa.

«Questo atto della Questura – dichiara Spiandorello – è davvero incredibile. Prima infatti di denunciare alle forze dell’ordine quanto capitato alla ragazza volevo semplicemente attendere il nostro “report” interno riguardo lo svolgimento dei fatti, ma soprattutto le decisioni dei suoi genitori, considerato che la nostra allieva è minorenne. Ho anche informato gli agenti della Questura, telefonando due volte, che martedì non potevo recarmi da loro perché avevo degli impegni di lavoro già programmati. Francamente non capisco questo loro atteggiamento».

Quindi il direttore della scuola di estetica ritorna sulla decisione di chiudere e trasferire la sede di via Tommaseo.

«Quella è una zona in cui il degrado non è più governabile – ribadisce Marco Spiandorello – Lì si è arrivati al punto di non ritorno. E quanto successo l’altro giorno è stata la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già oltremodo colmo. Gli episodi del genere infatti si sono moltiplicati nel tempo. La scorsa settimana una ragazza era stata palpeggiata da un extracomunitario. E allora adesso diciamo basta. Basta perché siamo stanchi e non ci sentiamo più tutelati. Siamo abbandonati a noi stessi. E come educatore scolastico io non mi sento più in grado, se continuassimo a rimanere in quel luogo, di garantire la sicurezza alle mie studentesse».

La lettera per la disdetta del contratto d’affitto dei locali di via Tommaseo quindi è partita.