La scuola che non tutela nessuno dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, 21.2.2009. I giornali tornano oggi sul caso dell’insegnante di religione che ha investito di proposito due ragazzi nel cortile dell’Istituto tecnico Guala di Bra, a quanto pare esasperato dal comportamento di una classe in particolare. Si sa che le ricostruzioni giornalistiche delle vicende scolastiche sono a volte approssimative; per questo è bene leggersi almeno le meno sintetiche, quelle del “Corriere della Sera”, della “Stampa” e del “Giornale”.
Se le
cose stanno come si leggono sui giornali, l’episodio è esemplare e
rivelatore: siamo di fronte a una scuola, quella italiana, che
troppo spesso non tutela né gli studenti né gli insegnanti: per
colpevole tolleranza, per mancanza di strumenti normativi, per
assenza di una più rigorosa selezione in entrata di chi vuole
dedicarsi a questo difficile mestiere. In un sistema scolastico
serio, chi da questo sistema è stato considerato idoneo
all’insegnamento ha il sacrosanto diritto di essere sostenuto e
difeso. Lasciare che lezione dopo lezione un docente venga
sbeffeggiato e insultato è gravissimo e irresponsabile, significa
caricare la molla di una possibile tragedia; eppure non risulta
dagli articoli che chi lo chiamava “nano” o “Carletto” e gli voltava
le spalle sia stato sanzionato come meritava. D’altra parte, le
possibilità che i Presidi hanno di intervenire sul lato del docente
(per esempio con forme di consulenza o di sostegno) sono minime. E
in certi casi (non sappiano se in questo) dovrebbe essere possibile
destinare ad altro incarico un docente che proprio non ce la fa.
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