Ue, alunni Il portavoce della Commissione: "Deve servire a integrazione più rapida" La Stampa 3.2.2009
BRUXELLES Dopo aver precisato che la Commissione non è competente in materia di organizzazione scolastica, e che non è a conoscenza dei dettagli delle misure annunciate a Vicenza (limite del 30-35 per cento per gli stranieri), la portavoce, Chantal Hughes, osserva che «bisogna distinguere fra i fini e i mezzi impiegati per raggiungerli. Un diverso trattamento degli alunni può essere giustificato se viene perseguito un fine legittimo e se i mezzi per conseguirlo sono appropriati e necessari». «Perciò - prosegue la portavoce - guarderemo alle motivazioni di queste misure e prenderemo una posizione molto diversa a seconda che l’obiettivo sia un’integrazione più rapida dei bambini, ciò che costituisce un obiettivo legittimo, o, al contrario, la loro segregazione. Esamineremo anche l’attuazione pratica di qualsiasi misura: vorremmo essere sicuri che non vi sia, nella pratica, nessuna discriminazione e nessun ostacolo all’integrazione».
Dal punto di vista della Commissione,
conclude Hughes, «la maggiore preoccupazione è quella di garantire
che nessun bambino sia discriminato in base alla propria razza o
nazionalità». |