Verso il federalismo scolastico.
Intervista all'on. Goisis (Lega)

 Tuttoscuola, 2 febbraio 2009

Quando parli di federalismo dici Lega, dici Umberto Bossi, ormai lo sanno tutti. E allora per il nostro dibattito sul federalismo fiscale e la scuola chi meglio di un esponente del Carroccio per capire meglio come potrebbe essere il nuovo assetto federale dello Stato? Abbiamo intervistato l'on. Paola Goisis, della Lega Nord appunto, laureata in pedagogia e insegnante di italiano e storia nella scuola secondaria superiore, segretaria della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione di Montecitorio, e capogruppo del partito leghista in Commissione.

 

Onorevole, il ddl sul federalismo fiscale approderà alla Camera a marzo e il voto finale è previsto per il 13. Da qualche tempo si registra maggiore disponibilità al dialogo fra centrodestra e centrosinistra sulla delicata questione del cosiddetto federalismo scolastico. Anche per i nostri taccuini la sen. Mariangela Bastico, del Partito Democratico, ha sostenuto che l'accordo fra i Poli è possibile. Secondo lei, questo nuovo clima porterà davvero ad un'intesa pure a Montecitorio?

"Ormai quasi tutti i partiti si dicono federalisti. Fanno eccezione solo l'Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini e qualche altra formazione minore. Ma l'ostacolo più grosso per il raggiungimento di un'intesa vera è ancora l'estrema diffidenza della Sinistra: è noto a tutti che esistono differenti condizioni fra il Sud e il Nord e sappiamo che le Regioni non sono tutte uguali, e difficilmente potranno procedere alla stessa velocità. Ma dobbiamo sforzarci di arrivare al principio della responsabilizzazione delle Autonomie: la parola d'ordine è responsabilità".

 

Che vuol dire in pratica?

"Il Partito Democratico parla della necessità di un federalismo non più egoistico. E va bene, concordo. Ma servono dei paletti. In sostanza, il Fondo nazionale perequativo in aiuto delle Regioni in difficoltà può andar bene all'inizio, ma deve essere a tempo la possibilità di attingervi. Ci deve essere un limite temporale".

Facciamo un esempio concreto...

"E' presto detto, il concetto è che chi non garantisce buona amministrazione, non può ricandidarsi. Per me è una condicio sine qua non, per evitare casi alla Bassolino o alla Iervolino, tanto per intenderci. Mai più i disastri della Regione Campania e del Comune di Napoli".

 

Il punto nevralgico è la realizzazione finanziaria di questo nuovo assetto delle competenze.

"Le Regioni avranno imposte proprie e compartecipazioni di altre tasse: penso all'Irap, all'Irpef e ad nuova imposta immobiliare (una nuova Ici). Da questo schema non si scappa".

 

Le principali novità del provvedimento rispetto al testo originario riguardano soprattutto due argomenti: il diritto allo studio e l'edilizia scolastica.

"Guardi, per il diritto allo studio io intendo l'accesso all'istruzione, al livello più alto, per tutti. Però anche in questo caso voglio essere chiara: per esempio, nella vicenda dei fuori corso universitari, il diritto allo studio deve prevedere degli step, dei momenti di verifica. Una laurea la si consegue al massimo in 6/7 anni e chi è fuori corso deve pagare più tasse. Altro esempio, che qui al Nord funziona bene: incentiviamo la scuola professionale contro la dispersione scolastica...".

 

Infine, per quanto concerne l'edilizia scolastica, nel testo originario non veniva citata, ora invece viene identificata come "funzione fondamentale" e quindi interamente coperta.

"Di nuovo voglio essere sincera: le difficoltà sono soprattutto al Mezzogiorno con milioni di euro non usati o persi. E allora, serve che vengano garantite serietà, affidabilità e sicurezza dagli Enti locali del Meridione. Bisogna cambiare mentalità, non è semplice, ci vorranno anni ma bisogna pur cominciare: e dobbiamo affrettarci a concludere per esempio l'anagrafe edilizia. Era ed è un impegno del ministro Gelmini e va rispettato al più presto".