La fatica del governare/3.
I condizionamenti interni

 Tuttoscuola, 15 febbraio 2009

Il dialogo (tra sordi?) tra maggioranza e opposizione è proseguito anche nei giorni scorsi, dopo che l'opposizione aveva proposto di portare il confronto con la maggioranza all'interno delle aule parlamentari.

"Va benissimo il confronto - ha detto il ministro Gelmini nel corso del programma ‘Malpensa Italia', trasmesso venerdì 6 febbraio da Rai Due - ma basato su dati di fatto e oggettivi. Quando si dice per mesi che questo Governo ha tagliato i fondi alla scuola si dice una colossale bugia. Ci siamo assunti la responsabilità di razionalizzare il personale della scuola andando a calcolare il fabbisogno e così sono state ripristinate risorse".

Il fatto è che entrambi i protagonisti del (mancato) dialogo, o di questo dialogo a singhiozzo de minimis, sono condizionati da pressioni provenienti dall'interno delle rispettive aree di riferimento: la Gelmini è costretta ad operare all'interno dei perentori limiti di spesa fissati dal suo collega Tremonti, mentre il possibilismo della Garavaglia incontra forti ostacoli.

A fare resistenza, nel caso della Garavaglia, è un variegato schieramento che comprende la parte del PD che cerca il dialogo a sinistra, alcune associazioni professionali e di genitori (Cidi e Cgd), e soprattutto il sindacato scuola della Cgil, il cui leader Mimmo Pantaleo, subentrato da qualche mese a Enrico Panini, non sembra intenzionato a modificarne la linea di dura contestazione di ogni tipo di "cedimento": verso il governo, verso i sindacati (soprattutto la Cisl) che con il governo sono disposti a trattare, e verso le componenti moderate dello stesso PD.

Il risultato di questi simmetrici condizionamenti è che alla dichiarazione formale di reciproca disponibilità corrisponde un sostanziale, reciproco arroccamento.