CEI, autonomia "Riforma incompiuta" SIR, 12.2.2009 “Una riforma incompiuta, per molti versi tradita, che non sembra al centro degli interventi attuali sulla scuola”. Così Gian Candido De Martin, docente di istituzioni di diritto pubblico all’Università Luiss Guido Carli, ha definito la riforma dell’autonomia, uno dei temi della tavola rotonda su “Autonomia, parità scolastica e formativa, federalismo”, con cui si è aperta la seconda giornata del Convegno Cei di pastorale della scuola, in corso a Roma.
Soffermandosi sulle “contraddizioni” all’interno del processo di
attuazione dell’autonomia scolastica, il relatore ha parlato del
“quasi fallimento di una riforma che, almeno stando al disegno
originario, avrebbe dovuto rappresentare un modello radicalmente
alternativo a quello vigente, ancorato tuttora ad una gestione
ministerial-gerarchica di tipo istituzionale”. Al contrario, per De
Martin una reale autonomia “avrebbe dovuto portare alla
responsabilità delle autorità scolastiche, all’interno di un
progetto comunitario”. Quello attuale, per De Martin, è invece “uno
statalismo centralista imperante, privo di un sistema di
valutazione, restato sulla carta”. Uno scenario “poco
incoraggiante”, nonostante alcune “sperimentazioni ed esperienze
significative” che testimoniano “il potenziale del principio di
autonomia, laddove ci siano docenti coraggiosi, promotori di spazi
di valorizzazione dell’autonomia didattica, in relazione con il
territorio”. Nell’attuale legislatura, per De Martin, “le contraddizioni del centralismo continuano a permanete, anzi si rafforzano”. In particolare, “sono stati intensificati gli interventi tipici di una logica ministeriale centralistica: si procede attraverso miriadi di circolari e attraverso la pratica dei decreti legge, sia quelli che hanno come obiettivo il contenimento della spesa, si con i ddl direttamente volti ad incidere sulla scuola, come il decreto Gelmini”. “Il governo non dà segno di voler affrontare la questione del riassetto del sistema scolastico, legato al principio di autonomia”, la denuncia dell’esperto”, secondo il quale “il governo è impegnato ad adottare una prospettiva di risparmio degli oneri legati alla scuola, mentre serve un regolamento che dovrebbe modificare gli ordinamenti didattici”. Senza contare che dei sette progetti di legge in discussione in Parlamento su tale materia, “nessun progetto ha attenzione per la scuola paritaria”.
Per De Martin, quindi, “resta del tutto aperta la questione
dell’autonomia, che dovrebbe essere affrontata con una riforma di
sistema condivisa, al di sopra delle divisioni politiche”. Di qui la
necessità di “abbandonare la logica delle circolari, per coinvolgere
il mondo della scuola, senza il cui consenso la riforma non avrebbe
gambe”. |