scuola, in busta 70 euro

Pasquale Almirante, La Sicilia 8.2.2009

Poco più di 70 euro (lordi e proporzionali alle fasce retributive) nella busta paga di febbraio, più altri 70, come arretrati di gennaio, ai professori e agli Ata per effetto del contratto di lavoro firmato da tutti i sindacati ad eccezione della Cgil che ha indetto un referendum e pure uno sciopero a marzo. Il ministro Brunetta gongola per il risultato ottenuto e aggiunge che «il pacchetto salariale comporta una crescita delle retribuzioni stimata al 3,8% nel 2008 e al 3,4% nel 2009. Per cui il biennio 2008/2009 si chiuderà con un aumento a regime, rispetto al 2007, del 6,9 % al netto, e del 7,3 % al lordo degli arretrati». Se però per tutti i sindacati questo è un buon contratto, per la Cgil-scuola porterebbe alla perdita del 30% circa rispetto a quanto si era ottenuto prima e a quanto si sarebbe potuto contrattare.

In ogni caso, da ciò che è dato capire, starebbero pure fioccando molte cancellazioni dai sindacati firmatari, mentre la proposta di rendere triennale il contratto, induce a brutte riflessioni perché pare si voglia intervenire non per migliorarne l’efficienza e l’efficacia della scuola, ma solo per comprimere i già bassi salari dei professori ai quali da decenni fu promesso maramaldicamente di adeguarli alla media europea. Che su questo contratto ci siano perplessità appare evidente dalla inadeguatezza degli aumenti, mentre che si voglia stringere anche sulla parte normativa si scartabella dalle imposte deroghe sulla malattia e i permessi, compreso l’aumento a 24 ore dell’orario di lezione nelle elementari, dove si fa pure obbligo agli insegnanti della formazione in lingua inglese, nonché dagli interventi sull’utilizzo dei docenti in esubero che preoccupa molti perdenti posto a causa dei previsti tagli di cattedre che comunque a partire dal prossimo anno scolastico saranno attuati e con una percentuale superiore al previsto. Sul banco chirurgico anche il contratto sulla mobilità su cui però tutti i sindacati, ora, sono concordi nel dare battaglia se il ministro non darà chiarimenti dettagliati sui criteri per il calcolo degli organici.

In questo quadro il futuro dei precari sui quali, sulla base di quanto una rivista specializzata pubblica, si abbatterà una riduzione drastica dei posti di lavoro con particolare riferimento nel Centro-Sud. Ultimo tocco di pennello l’atteso ddl Aprea relativo allo stato giuridico, governance e fondazioni: vedremo.