Tifo Gelmini di Aristarco Ammazzacaffè, ScuolaOggi 3.2.2009 Un’avvertenza a premessa: nessuno è autorizzato a interpretare il titolo come vuole. Non c’è spazio per accostamenti malevoli; ma solo immediata espressione di apprezzamento personale. Il tifo per la Gelmini infatti viene da lontano (precisamente da Reggio Calabria) e tende a crescere sempre di più. Solo gli invidiosi, i malevoli e i velivoli possono prendersela con lei. E, ovviamente, i sessantottini che – come ebbe a ripetere anche ieri a TG3 Ragazzi - ce n’è in giro ancora tanti, a cantare “anche l’operaio vuole il figlio dottore”! (e ora ci aggiungono “l’immigrato”. Gesù! Gesù!); e a incaponirsi per una scuola pubblica di qualità come scuola di tutti. Ci pensate? Personalmente non ci posso pensare. Ma quello che è più inaccettabile, nella polemica contro la Ministra, sono le cattiverie e le menzogne tutte vere che vanno dicendo sul suo conto. Qualcuno ha addirittura affermato che da otto mesi a questa parte staremmo addirittura vivendo “nella scuola delle banane!”. Ora. Non capisco in primo luogo questa evidente ostilità per le banane. Che senso ha? Ha ragione da vendere, la Maria Stella, nell’obiettare che lei preferirebbe la scuola di castagne e mirtilli. Ma che non è colpa sua se la cosa è così. E la stessa confusione che qualcuno le rimprovera - a proposito delle ultime uscite sulla valutazione - denota anch’essa, ostilità, animosità e trallalllà.
Valutate voi le sue posizioni e dite
se ci sono incoerenze (a chi risponde bene: un gadget “MaryStar”).
1. Basta coi giudizi. Torniamo ai voti (nelle norme estive)
2. Confermo: Van bene anche i voti con
giudizi (decreti qua e là, ma senza impegno) 4. Basta coi bulli. Bocciarli tutti (legislazione estiva) 5. E’ norma: La bocciatura solo a chi viene sospeso per 15 giorni e più volte (Decreto del16 gennaio) 6. Sarà norma, a breve: Il cinque in condotta e la conseguente bocciatura potrà essere attribuita anche per sospensioni inferiori ai 15 giorni (dichiarazione televisiva del 27 gennaio). (Questa decisione l’ ha, tra l’altro, promessa, nell’ordine: a Floris, quello che “la nostra scuola fabbrica solo ignoranti”, a Galli della Loggia e Pirani, a Belpietro, Calderoli e Carfagna, a Giovanardi e anche a Brunetta, l’esteta. E, ovviamente, al suo padre spirituale, che è lo stesso di Berlusconi, lo Statista di Arcore e Brianza).
Dove non sai se ammirare di più l’impegnativo “sto preparando” (pensate: lei che “prepara”. Dio bono!) o la “valutazione caso per caso”, qui giustamente contrapposta a “valutazione all’ingrosso” (altrimenti detta “a un tot”), che lei ha sempre osteggiata perché appartiene alla cultura sessantottina (Qualcuno però dovrà spiegarle, prima o poi e con le buone maniere - potrebbe venirle uno shock - che è roba di 40 anni fa, quando lei aveva – (meno) 6 anni. E che del ‘68 l’esemplare più diffuso è oggi Giuliano Ferrara, che veda un po’ lei). Giudicate comunque voi se Gelmini è una ministra. O un asfodelo. Qualcuno ha invece osato affermare (gli studenti della Rete: ma perché questi non pensano a studiare? Vedranno a giugno, coi nuovi criteri!): “Gelmini allo sbando!”. Come se fosse una novità o una stranezza.
E qualche altro (Ah! Maurizio! Sempre
tu) - rimproverandole un’attitudine che invece le fa onore: quella
di fare e disfare - l’ha paragonata nientemeno che a Penelope. Che
quando glielo hanno detto: prima si è pietrificata, poi si è
rabbuiata, e infine ha proferito testuale: “Penelope? I soliti
maschilisti. E non solo. L’han tirata in ballo, Penelope, perché
donna! E perché |