Istruzione e federalismo di Marilena Adamo, ScuolaOggi 3.2.2009
A Roma si svolge il primo seminario della Consulta Nazionale Scuola
del PD dedicata a “Governance del sistema dell’istruzione e
autonomia scolastica, titolo V della Costituzione e federalismo
fiscale”. Incontro quanto mai opportuno per ridefinire la nostra
comune proposta sul governo della scuola – sistema, competenze e
responsabilità - che anche dall’opposizione il Pd vuole e deve
portare avanti nel confronto parlamentare e nel Paese. Opportuno,
perché è un’esigenza fondamentale per la qualità della nostra scuola
portare a compimento il disegno di autonomia e decentramento
iniziato con le Bassanini, reso costituzionale con la modifica del
Titolo V nel 2001e rimasto successivamente lettera morta durante il
lungo ministero Moratti. Siamo tra l’altro alla vigilia di tre
appuntamenti legislativi importanti: Federalismo fiscale, Carta
delle Autonomie e Organi di governo della scuola (l. Aprea). 1. capovolgere l’impostazione iniziale del Governo – il cosiddetto modello lombardo –, che abbiamo chiamato federalismo egoistico e compassionevole, a favore di un federalismo solidale tra le diverse aree del Paese; 2. impedire che le nuove forme di autonomia di entrata e spesa degli Enti locali, che comportano un ridisegno di tutti i meccanismi della spesa pubblica, siano strumento per realizzare quello “stato sociale minimo”che molti nel centrodestra perseguono più o meno esplicitamente. Nel testo del Governo la scuola veniva citata con l’assistenza e la sanità tra le materie regionali finanziate sulla base dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni). Questa impostazione presentava due pericoli: che si desse luogo ad un trasferimento di competenze senza specifica legge e soprattutto che si prevedesse un finanziamento minimo. Preoccupazione la nostra acuita dal recente piano programmatico del ministro Gelmini in cui ricorre costantemente il termini “essenzializzare”dove essenziale assume il significato di “minimo”invece che di fondamentale. L ‘esempio dell’orario scolastico parla da sé. In seguito ad un lungo confronto la maggioranza ha accolto modifiche sostanziali che brevemente riassumo: • Vengono considerati nei Livelli Essenziali, a totale finanziamento, il Diritto allo studio e le funzioni svolte dalle Regioni sulla base delle norme vigenti. • E’ stata inserita l’Edilizia scolastica, totalmente ignorata nel primo testo, tra le competenze finanziate da Comuni e Province. • Gli asili nido sono inclusi tra le funzioni fondamentali ed integralmente coperti. • La possibilità di estendere le competenze delle regioni i materia viene affidata alla Conferenza Stato-Regioni. • Per i territori disagiati e a minor capacità contributiva, le funzioni fondamentali vengono coperte attraverso il fondo nazionale di perequazione sulla base dei costi standard, che sostituiranno gradualmente la spesa storica.
E’ necessario ora che su questi temi, come abbiamo cominciato a fare
oggi si apre una dibattito nazionale, in grado di accompagnare in
“tempo reale”l’esame del testo di legge alla Camera. |