Alunni stranieri, 20 o 30 %: di Gilberto Bettinelli e Federico Niccoli, da ScuolaOggi 1.12.2009
La
stampa riporta notizie di un piano dell’Ufficio Scolastico Regionale
della Lombardia che prevederebbe, opportunamente,
il coinvolgimento delle prefetture per consentire l’arrivo dei
minori per ricongiungimento entro l’inizio dell’anno scolastico
ma anche un tetto/percentuale di “alunni stranieri” per classe. In
sede nazionale si era parlato del 30% ma in Lombardia si pensa sia
meglio il limite del 20%. In ogni caso per ora non se ne fa ancora
nulla perché occorrerebbe comunque una circolare ministeriale, si
dice. Allora di che piano si sta parlando?
Volendo
affrontare con serietà la proposta, può essere utile considerare
alcune questioni e domande.
Questioni che, evidentemente,
rimarrebbero aperte anche nel caso in cui il tetto/percentuale
riguardasse gli alunni stranieri in generale, tutti coloro che non
hanno la cittadinanza italiana (CNI, cittadinanza non italiana).
Se ne aggiungerebbero poi altre:
perché la presenza di alunni giuridicamente stranieri sarebbe un
problema oltre una certa soglia ? Soprattutto, perché lo sarebbe se
magari nel contesto territoriale in cui è inserita la scuola i
residenti stranieri rappresentano una quota significativa della
popolazione? Un tetto per scuole in cui la percentuale degli
iscritti stranieri è alta comporterebbe la possibile diminuzione di
utenza e di classi. E’ vero che nelle realtà cittadine l’alta
percentuale di alunni stranieri spesso si accompagna alla uscita di
alunni italiani verso scuole meno etnicamente connotate; ma allora
per diminuire la percentuale di alunni NAI occorrerebbe far sì che
gli autoctoni in uscita non fossero accolti facilmente da altre
scuole (e qui dovremmo aprire il discorso sulla progettualità delle
scuole). Insomma domande che richiedono risposte che, almeno a
quanto riporta la stampa, non pare siano state date. - un tetto/percentuale di alunni NAI per classe come criterio ordinatore ma non prescrittivo; - la messa a regime di reti di scuole viciniori i cui dirigenti sono impegnati nell’equilibrare le presenze di alunni NAI tenendo come criterio il tetto/percentuale stabilito, eventualmente stabilendo “zone di utenza” ampie valide per tutti gli aventi diritto all’istruzione; - l’affermazione della possibilità di non inserire nuovi alunni NAI in una classe, che ha già una loro consistente presenza, anche se gli iscritti della medesima non raggiungono il numero massimo previsto dalle norme; - l’opera di “persuasione morale” verso i genitori stranieri e italiani nell’orientare le iscrizioni; - dispositivi sistematici di supporto all’apprendimento dell’italiano L2 per tutti gli alunni NAI, con il necessario aumento di insegnanti facilitatori statali, in particolare nelle situazioni in cui non è possibile procedere a interventi di equilibrazione fra le scuole del territorio; - più in generale un’azione di sostegno progettuale, da parte dell’Amministrazione scolastica e degli enti locali, alle scuole oggi “in sofferenza”, anche per la fuga di alunni italiani che fa aumentare la percentuale di alunni stranieri; - chiusura di plessi scolastici che, per ragioni diverse, sono divenuti un concentrato di separatezza e problematicità. |