i lavori parlamentari ritardano
l'approvazione dei regolamenti

da Tuttoscuola, 10.12.2009

La legge 69 di questa estate ha previsto all'articolo 5 che anche gli schemi di regolamento che in precedenza non prevedevano l'acquisizione del parere delle commissioni parlamentari, d'ora in poi, invece, verranno approvati "previo parere delle Commissioni parlamentari competenti in materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta".

Il Miur, un paio di mesi fa, visto lo stallo della Conferenza unificata che non si pronunciava sugli schemi di regolamento per la riforma delle superiori, per accelerare i tempi della procedura consultiva, ha inviato direttamente alle Camere, per i prescritti pareri, gli schemi.

La presidenza della Commissione istruzione della Camera, come risulta agli atti, il 23 ottobre 2009 ha acquisito gli schemi di regolamento.

Ammesso che il termine dei trenta giorni previsti dalla legge decorrano non dalla data di richiesta del parere da parte del ministero (metà ottobre), ma dalla data di acquisizione alla presidenza della Commissione (23 ottobre), i trenta giorni sono abbondantemente trascorsi e lo saranno ancora di più se, come annunciato dalla presidente della Commissione, il parere (non vincolante) verrà espresso ai primi di gennaio.

Il ritardo delle Commissioni parlamentari, anche se giustificato dal momento straordinario dei lavori della Camera e del Senato, si ripercuote direttamente sui tempi di approvazione finale dei regolamenti.

Nel frattempo, è proprio necessario acquisire prima dei pareri parlamentari quello del Consiglio di Stato?