43° Rapporto Censis/1. da Tuttoscuola, 4.12.2009 "La società italiana è una società testardamente replicante. Quel 'non saremo più come prima' che un anno fa dominava la psicologia collettiva è mutato in un 'siamo sempre gli stessi' ". Sono insolitamente venate di pessimismo le "considerazioni generali" del 43° Rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese, illustrate questa mattina dal suo presidente storico, Giuseppe De Rita. L'Italia ha saputo resistere alla crisi meglio di altri Paesi per la nostra migliore capacità di adattamento ("galleggiamento", diceva De Rita già 25 anni fa) e perché il sistema economico italiano è caratterizzato da una "diffusissima presenza di piccole aziende, il mercato del lavoro è elastico (si pensi al sommerso) e protetto (si pensi al lavoro fisso e agli ammortizzatori sociali), e le famiglie sono patrimonializzate". Ma la crisi "ha finito per rallentare il processo di uscita dal puro adattamento intravisto lo scorso anno, quando all'orizzonte si presentava quasi una ‘seconda metamorfosi', dopo quella degli anni fra il ‘45 e il ‘75", anche se proseguono alcuni processi di trasformazione. Essi riguardano in primo luogo il settore terziario (istruzione compresa), che non può più essere considerato come la valvola di scarico della disoccupazione intellettuale. Per uscire davvero dalla crisi occorre avere consapevolezza di questo, e di quanto faticoso sarà l'impegno per un "modello vocazionalmente replicante" come quello italiano. Il "dopo", così si concludono le considerazioni generali, parte dall'oggi. Si tratta di una sfida faticosa, ma che non può che partire "qui e adesso". In altre news diamo conto di altri aspetti del 43° Rapporto Censis.
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