È discriminazione anche quando si taglia! Sta succedendo persino a Bolzano, Provincia Autonoma proverbialmente ricca di risorse, che ha deciso di tagliare i fondi sul personale e le supplenze, nell'ambito dei cosiddetti "laboratori protetti", ove sono inserite numerose persone con disabilità medio-grave. Ma con quale coraggio si possono chiedere sacrifici a persone con disabilità medio-grave che già godono di poca assistenza e mancano di un vero Piano Individualizzato o di una figura specialistica? Qui si va verso un'estenuante contrattazione quotidiana per rivendicare i diritti negati... di Valeria Torcasio* da Superando, 10 dicembre 2009 Ebbene sì, anche Bolzano, vista da fuori come una Provincia Autonoma ricca di risorse, ha deciso di tagliare nel settore dell'handicap. Bolzano - dove i nostri politici sono dei privilegiati per quanto riguarda il loro compenso rispetto ai colleghi di altre Province - in questo momento di crisi generale taglia poco sugli sprechi e fa grandi investimenti dei quali beneficia ovviamente quella parte di cittadini già piena di risorse. Però... però si è pensato bene di non garantire più la giusta assistenza alle persone con disabilità medio-grave inserite nei cosiddetti "laboratori protetti", tagliando sul personale e sulle supplenze in caso di malattia, congedi vari o ferie. Pertanto, all'utenza di quelle strutture non saranno più garantite quelle poche attività programmate (come la musicoterapia e altro). Qui si continuano a chiedere sacrifici e va bene, ma con quale coraggio li si può chiedere a Cittadini già provati per la loro situazione? Quali sacrifici può fare una persona con disabilità medio-grave nel suo laboratorio protetto, già con poca assistenza, senza un vero Piano Individualizzato, senza una figura specialistica? (I famosi servizi integrati socio-sanitari...). Qui si va verso un'estenuante contrattazione quotidiana per rivendicare i diritti negati e in tal modo quei laboratori protetti sono destinati a diventare semplicemente delle "strutture-parcheggio"!
Eppure esiste una legge nazionale
contro la discriminazione, la
67 del 2006, che molti non conoscono ancora e che è tuttora poco
applicata. La stessa sancisce che «è discriminazione indiretta
quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto
o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con
disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone»
(articolo 2, comma 2) o quando viene violata la loro dignità (comma
4). |