Terremoto, 2 decreti per alunni e prof:
finiranno l’anno in altre scuole

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola 15.4.2009

Li ha firmati il Ministro per introdurre flessibilità nella scelta delle sedi. L’obiettivo è che da settembre tornino tutti nelle classi locali. Per docenti ed Ata si va anche verso la non applicazione dei 1.108 tagli. A dieci giorni dal forte sisma rimane però tanta paura. E per i sindacati studenteschi anche disorganizzazione.

Il Ministero dell’istruzione adotterà la massima comprensione per tutti gli studenti e docenti rimasti direttamente coinvolti nel terribile terremoto dell’Abruzzo: per loro ci sarà infatti la possibilità di concludere l’anno scolastico in istituti diversi rispetto a quelli frequentati sino allo scorso 6 aprile e danneggiati dal sisma. A riferirlo è stato lo stesso responsabile del Miur, Mariastella Gelmini, durante un incontro con le autorità scolastiche locali. "Abbiamo delle risposte ad alcuni dei problemi sollevati dal sisma – ha detto il Ministro -. Ho firmato personalmente due decreti: il primo prevede che tutti gli studenti sfollati possano frequentare questo pezzo dell'anno scolastico in corso in qualsiasi istituto del Paese. Il secondo decreto riguarda invece la flessibilità per gli insegnanti abruzzesi; anche per loro la possibilità di svolgere la propria attività al di fuori dell'istituto d'appartenenza".Per gli insegnanti ed il personale Ata di tutta la Regione Abruzzo sembra che viale Trastevere, d’accordo con il Ministero dell’economia, abbia intenzione non attuare i tagli agli organici previsti in Finanziaria (in tutto 1.108 posti tra docenti ed Ata): vista la situazione di emergenza se ne riparlerà nel 2010.

Particolare comprensione verrà poi adottata per gli studenti iscritti nelle classi terminali: "Gli studenti che devono affrontare l'esame di terza media e la maturità – ha detto sempre Gelmini - non perderanno certo l'anno. Faranno il loro esame, avranno il loro giusto voto. Stiamo analizzando come fare tutto questo. La via indicata è quella fatta nel Friuli terremotato di trenta anni fa. Al momento stiamo portando avanti un censimento degli studenti sfollati. Entro tre giorni sapremo dove e quanti si trovano, sia nelle 113 tendopoli sia negli alberghi della costa".

La situazione generale è tutt’altro che allegra: la gran parte degli edifici dell'Aquila e provincia, quindi anche le scuole, risultano lesionati e quei pochi rimasti in piedi sono visti di cattivo occhio da parte dei genitori terrorizzati ancora dallo sciame sismico che ogni giorno si manifesta. Il Ministro Gelmini ha definito questo timore delle famiglie "una paura legittima dopo i tanti giovani morti sotto le macerie". Dove si potrà, si costruiranno delle aule all'interno di tende o tensostrutture. Ma anche questa è una soluzione parziale e difficile da attuare in ogni zona colpita dal sisma.

La Protezione civile ha fatto sapere che le 120 aree per sfollati sono quasi ormai al massimo dell'estensione ed è difficile trovare spazio ulteriore per creare delle scuole da campo. Il Ministro ha affermato che sono disponibili già da domani ben 120 tra insegnanti e volontari che si prenderanno cura di una attività didattica ludica da portare avanti nelle tendopoli. Una operazione che terrà occupata soprattutto la giornata dei più piccoli.
Nei Comuni non colpiti direttamente dal sisma, quindi nella stragrande maggioranza delle scuole al di fuori della provincia dell'Aquila, l’attività scolastica ritornerà invece alla normalità già tra giovedì 16 e lunedì 20 aprile.

L’obiettivo è che per il nuovo anno scolastico la situazione di chi è impegnato a scuola torni ad una parvenza di normalità. "Siamo convinti che a settembre – ha sottolineato il Ministro - ogni studente abruzzese avrà la sua scuola e potrà frequentare un anno scolastico come tutti gli altri ragazzi italiani". Per questo Provincia e Comune dell'Aquila hanno già dato ordine di far partire i lavori di ristrutturazione degli edifici scolastici danneggiati parzialmente.

Per quanto riguarda il fronte universitario, quello che caratterizza L’Aquila, Gelmini si è appellato alla generosità degli italiani, ma ha che detto che il Miur sta “facendo il possibile con quello che ha a disposizione: abbiamo stanziato 16 milioni di euro per costruire la nuova casa degli studenti il prima possibile dopo il crollo tragico del sei aprile. Abbiamo messo a bilancio tre milioni di euro per far ripartire l'istituzione del Conservatorio: non so se sono sufficienti ma questi avevamo e questi abbiamo messo”.

Tra le iniziative assunte dai volontari vale la pena segnalare quella dell'Unione degli Studenti e dell'Unione degli Universitari di Roma. E' operativa, infatti da una settimana la campagna "Fare Futuro" sia per far fronte all'emergenza sia per coordinare iniziative di solidarietà promosse dagli studenti. I volontari stanno organizzando anche lezioni scolastiche informali nelle tendopoli dove studenti ed insegnanti metteranno a disposizione il proprio tempo per facilitare la ripresa del percorso di studi. E nel lungo periodo mirano a contribuire anche alla ricostruzione di una scuola.

Da sabato scorso, otto studenti volontari sono arrivati nel campo di Coppito, allestito da Cgil Cisl e Uil, a pochi chilometri da l`Aquila, in cui sono assistiti circa 200 sfollati. Forti le critiche rivolte alle istituzioni. "Siamo sconcertati dalla totale assenza dello Stato in questa emergenza – ha detto Giuseppe Di Molfetta, responsabile del progetto – perché dopo la sfilata di Ministri e Sottosegretari la situazione rimane drammatica: in molti casi mancano beni di prima necessità come scarpe, vestiti, cibo e materiale per l'igiene personale (salviette, assorbenti e pannolini). Manca ancora l'autoambulanza medicalizzata che la legge impone alla Protezione Civile di mandare in tutte le tendopoli in caso di terremoto. I bagni chimici sono pochi e non vengono puliti e svuotati e la gente utilizza bagni che stanno in una struttura danneggiata dal terremoto e dunque pericolante. Manca una reale comunicazione tra istituzioni e associazionismo presenti sul territorio. Tutto ciò – ha concluso Molfetta - avviene nel silenzio del sistema di informazione, che già parla di ricostruzione e vuole far credere che l'emergenza sia finita”. Per Luca De Zolt, della Rete degli studenti, quel che serve con estrema urgenza è "individuare priorità di intervento per la ricostruzione, e soprattutto fondi straordinari".