Caos annunciato nella scuola primaria: Gianni Gandola e Federico Niccoli, ScuolaOggi 28.4.2009 Per molti mesi si è sviluppato un dibattito vivace tra chi, come noi, sosteneva che il tempo-pieno (inteso non come 40 ore, ma come scuola di qualità con le caratteristiche più volte illustrate) sarebbe sparito e i laudoteres gelminiani che, invece, garantivano non solo il mantenimento, ma addirittura l’espansione di quel modello pedagogico-didattico. Con la pubblicazione degli organici di diritto per il prossimo anno le chiacchiere “stanno a zero”. Nella sola provincia di Milano si registra un taglio di ben 484 posti (314 posti comuni + 170 posti di lingua inglese). Questi tagli, come avevamo ampiamente previsto, si abbattono sulla scuola primaria milanese non in modo omogeneo, ma con differenziazioni importanti tra i plessi integralmente a tempo pieno, dove l’amministrazione ha utilizzato la politica della “riduzione del danno”, e i plessi a situazione mista (tp + modulo) nei quali il danno è irreparabile e si può tranquillamente dire “tempo-pieno, addio!”.
Esaminiamo con
alcuni esempi le situazioni di caos (che non sarà “calmo” , ma
“tempestoso”) che si verificheranno. 1° esempio
In un circolo con
13 classi a modulo e 24 classi a tempo pieno, tradizionalmente
venivano assegnati almeno 18 posti per le 13 classi + 48 posti per
le classi a tp+ almeno 4 posti di inglese per un totale di 70 posti
in organico. L’Ufficio scolastico ha assegnato al circolo 64 posti
complessivi con un taglio di 6 posti. In questo caso tutte le ore di
compresenze (e neppure basteranno) delle 24 classi a tempo pieno
dovranno essere utilizzate per consentire il funzionamento delle ex
classi a modulo (rientri pomeridiani e refezioni), alle quali sono
state assegnati solo 13 insegnanti. L’eliminazione delle compresenze
abbatte –come abbiamo argomentato più volte- contestualmente la
qualità del modello pedagogico del tempo-pieno, che dovrà essere
inevitabilmente riconvertito in un tempo normale lungo. Questa è la
situazione che si verificherà nella stragrande maggioranza dei
circoli dei comuni della provincia di Milano e dei (pochi) circoli
della città di Milano a situazione mista. 2° esempio In un circolo della città di Milano con 39 classi a tempo-pieno l’assegnazione in regime di tp di qualità avrebbe comportato un organico di 78 posti comuni + almeno 4 posti di specialista di inglese per un totale di 82 posti. L’organico assegnato prevede, invece, 78 posti con un taglio secco di 4 posti, che equivalgono ad 88 ore, pari al taglio del 60% circa delle compresenze. E’ un caso meno tragico di quello riportato nel primo esempio, ma si avrà, comunque, l’esigenza di una rimodulazione complessiva del progetto didattico per rispondere ai bisogni asssistenziali, ma non certo ad un progetto pedagogico-didattico di qualità più volte illustrato su Scuolaoggi.
L’Ufficio
scolastico provinciale ha fatto quel che poteva sulla base delle
dotazioni organiche assegnate dal Ministero ed ha tentato
un’operazione “sedativa”, garantendo a tutti almeno la quantità
oraria di tempo-scuola richiesta dalle famiglie. L’ultimo coniglio tirato fuori dal cilindro ministeriale è la figura dello “spezzonista”, strano animale pedagogico mai sperimentato nella scuola primaria. Si tratterà di un certo numero di insegnanti, che saranno nominati non per l’intera cattedra di 22 ore, ma per un numero di ore a geometria variabile. Questa nuova figura è, ovviamente, del tutto coerente con la filosofia del “tappabuchi” in quelle situazioni nelle quali nonostante tutti i marchingegni organizzativi fin qui utilizzati mancheranno “ore” di insegnamento per far fronte almeno alle esigenze minime di copertura oraria delle classi dei vari circoli didattici. Resta poi il mistero dei posti di sostegno. In organico di diritto è stata applicata quasi integralmente la formula ¼ , vale a dire 1 posto per ogni gruppo di 4 alunni in situazione di handicap, che non tiene conto delle situazioni di gravità certificate. Per arrivare alle media di 1 insegnante ogni 2 alunni h , occorreranno alla Provincia di Milano almeno 1000 posti nella sola scuola primaria. Avremo sorprese anche su questo fronte quando saranno definiti gli organici di fatto? Ma se Atene piange, Sparta non ride. Anzi. Un solo esempio, eclatante, in un’altra provincia lombarda, Lodi. Qui, nel circolo di Lodivecchio, a fronte di 17 classi a tempo pieno invece di 34 insegnanti ne sono stati assegnati 28 (altro che doppio organico garantito alle classi a tempo pieno!). Pare che la scelta dell’USP sia stata quella di soddisfare tutte le nuove richieste di 40 ore sulle future classi prime togliendo posti a tempi pieni già avviati e consolidati. In questo caso si verifica un vero e proprio terremoto: salteranno non solo tutte le compresenze, ridotte a zero, ma anche la continuità didattica (la titolarità di molti docenti sulle classi) con possibili perdenti posto, rotazione di insegnanti da una classe all’altra, ecc. In altre parole, è la fine del modello del tempo pieno sin qui attuato. Come volevasi dimostrare. |