Per essere idonei serve la sufficienza in tutte le
materie
Maturità, il rebus delle ammissioni Salvo Intravaia, la Repubblica 4.4.2009 ROMA - Caos sulla maturità: quasi 300 mila rischiano di non essere ammessi agli esami. A due mesi dalla conclusione delle lezioni, i ragazzi dell'ultimo anno non sanno ancora con quali regole si giocheranno l'ammissione agli esami di Stato. Le norme varate due anni fa dall'allora ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, che dovrebbero entrare in vigore proprio quest'anno, o quelle contenute nel Regolamento sulla valutazione degli alunni approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 marzo? Il tutto, mentre il ministero ufficializza il taglio di 42 mila cattedre dal prossimo settembre: 11.300 posti alle superiori, 13 mila alla scuola primaria e oltre 17 mila alle medie dove, secondo la Uil, salteranno 9.500 cattedre di Italiano e 2.500 di Tecnologia. Pochi giorni fa a Milano, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini è stata categorica: «Con un 5 non si può essere ammessi agli esami: ci vuole più rigore nella valutazione degli apprendimenti, severità e disciplina nel giudizio sui comportamenti». Tra alunni, genitori e capi d'istituto c'è preoccupazione. E i sindacati consigliano al ministro di rinviare di un anno le novità contenute nel regolamento. «Sarebbe stato meglio definire le regole prima dell'inizio dell'anno scolastico - dice Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi - Del resto, sul regolamento si sono levate critiche di esperti ed esponenti della stessa maggioranza che chiedono il rinvio al prossimo anno delle novità introdotte». A Torino i presidi paventano un'ecatombe, con l'80 per cento di non ammessi nei professionali. E il direttore dell'Ufficio scolastico del Piemonte, Francesco de Sanctis, annuncia che istituirà una task force per rispondere alle perplessità degli insegnanti. «Sarebbe paradossale cambiare le regole a poche settimane dagli esami», dice Luca De Zolt, portavoce della Rete degli studenti. Ma è anche un esponente della maggioranza a criticare l'operato della Gelmini. Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Carlo Giovanardi, è piuttosto diretto. «Si può discutere - dice Giovanardi - se ci debba applicare un simile rigore, ma eventualmente deve entrare in vigore quando gli studenti e le famiglie sanno quali sono le regole del gioco e non a partita già iniziata». Fino al 2008 potevano essere ammessi agli esami tutti, anche coloro che riportavano dei 4. Era il consiglio di classe a valutare l'opportunità di fare sostenere gli esami o meno. La norma di Fioroni prevede invece che per essere ammessi alla maturità occorre la media del 6 ma rischia di essere superata senza mai entrare in vigore. Perché il "regolamento Gelmini" inasprisce ulteriormente le regole: almeno 6 in tutte le materie, condotta compresa. A rischiare sono due ragazzi su tre, i 298 mila studenti che nella pagella del primo quadrimestre hanno collezionato almeno un'insufficienza. Se la norma, come ha ribadito la Gelmini, entrerà in vigore da quest'anno i professori si ritroveranno a risolvere un dilemma: assegnare il "6 politico" a quei ragazzi che vogliono portare agli esami o sbarrare la strada a migliaia di ragazzi? Già lo scorso anno oltre 4 studenti su 100 sono stati fermati prima di presentarsi davanti alla commissione. Ma quest'anno a rischiare sono molti di più. |