Protesta delle scuole paritarie contro il fisco:
non siamo un lusso

da Tuttoscuola, 22 aprile 2009

Si erano appena spente le polemiche tra la Conferenza episcopale italiana e il governo sui tagli alle scuole paritarie inizialmente previsti in Finanziaria, e un nuovo fronte di contrasto si apre proprio alla vigilia del convegno che la CEI promuove da giovedì 23 a Roma sull'insegnamento della religione cattolica (Irc), con l'intervento del cardinale Angelo Bagnasco e del ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini e l'udienza conclusiva del Papa, prevista per sabato.

Anche questa volta il bersaglio polemico è il ministero dell'Economia, o più precisamente l'Agenzia delle entrate, che in una recente circolare relativa all'evasione fiscale, ha inserito gli istituti privati tra i "beni di lusso".

Per la verità la circolare 13/E del 9 aprile 2009 parla di "scuole private" (non dice "paritarie"), mettendole insieme a "porti turistici, circoli esclusivi, wellness center, tour operator" quali indicatori di spesa per "beni superflui" o di lusso, ma le scuole paritarie cattoliche e le loro organizzazioni (AGeSC, FIDAE, AGIDAE, CNOS-FAP, CIOFS-Scuola, FISM, FOE-CdO, ANINSEI, MSC) temono di essere equiparate dal Fisco alle scuole private in senso lato, e chiedono a gran voce un chiarimento "Ci si augura che queste indicazioni non intendano segnalare le scuole paritarie", si legge in un loro documento, "che, secondo la legge 62/2000, fanno parte del sistema nazionale pubblico di istruzione".

Insomma le scuole paritarie cattoliche non ci stanno a vedere considerate le rette versate dalle famiglie dei loro iscritti come "un lusso", un indicatore di "redditi nascosti", e anzi tornano alla carica con la richiesta di vedere assicurata anche in Italia la libertà di educazione e di scelta scolastica delle famiglie (cioè il finanziamento delle scuole paritarie), "garantita invece in tutti i Paesi europei".